Omicidio Amendola, fermato un amico

Gli inquirenti non escludono la pista passionale. Polizia e Carabinieri hanno sottoposto a fermo un amico accusato anche di avere occultato il corpo

NAPOLI –  Potrebbe esserci un motivo passionale dietro l’omicidio di Vincenzo Amendola, il ragazzo di 18 scomparso lo scorso 5 febbraio e ritrovato morto questa mattina. Per il suo omicidio è stato fermato  dalle forze dell’ordine Gaetano Nunziato, 23 anni, denunciato in passato per reati contro il patrimonio e droga. Nunziato era amico di Vincenzo Amendola, trovato sotterrato in una zona di campagna del quartiere San Giovanni a Teduccio, a Napoli. Il giovane è ritenuto responsabile dell’omicidio aggravato dal metodo mafioso dell’amico nonché di porto e detenzione illegale di arma da fuoco e dell’occultamento del cadavere del 18enne.

 

IL RITROVAMENTO DEL CORPO – Il cadavere del giovane è stato ritrovato dalla Polizia, nel quartiere San Giovanni a Teduccio. Gli agenti del commissariato di polizia San Giovanni-Barra e della Squadra Mobile, dopo indagini, si sono diretti in un terreno agricolo in viale 2 giugno, dove il giovane era stato seppellito. E un’area vicina alle case popolari di Taverna del Ferro, poco distante da una scuola e una piccola fattoria. Erano stati i genitori a denunciare la scomparsa di Vincenzo Amendola, dopo la mezzanotte del 4 febbraio. Era uscito di casa e non aveva più dato alcuna notizia. Della sua scomparsa si era occupata  la trasmissione tv Chi l’ha visto.

LE INDAGINI: IL GIOVANE UCCISO A COLPI D’ARMA DA FUOCO – L’esame esterno del corpo del giovane ha rivelato ferite al volto causate da colpi di arma da fuoco. Per fare chiarezza bisogna attendere però l’esame autoptico. Secondo le prime ipotesi, Vincenzo Amendola è stato ucciso con uno-due colpi di arma da fuoco. Il corpo è stato ritrovato ad una profondità di circa 50 centimetri. Da stabilire se il ragazzo sia stato ucciso lì o se il cadavere sia stato portato dopo l’uccisione.

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