Le bufale e le balle che diffondono Zingaretti e il Pd sulle pensioni e i pensionati

I più penalizzati saranno quelli che ricevono pensioni vicine ai cinquemila euro al mese, per i quali comunque la riduzione dell’aumento previsto sarà di poche decine di euro

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti pur di attaccare di governo diffonde balle e bufale sulle pensioni. Lo rivela l’agenzia di stampa, Agi con un articolato studio, lavoro sistematico. Il segretario del Pd,  il 22 maggio ha scritto su Twitter: “Il Governo ha appena tagliato le pensioni a 6 milioni di persone. Stiamo parlando di pensioni a partire da 1.500 euro lordi al mese”. È un’affermazione che va precisata meglio, ma che risulta fuorviante. Vediamo innanzitutto che cosa ha fatto il governo.  Zingaretti fa riferimento a quanto previsto dalla legge di Bilancio per il 2019 (art. 1 co. 260) in fatto di “perequazione” delle pensioni, cioè il loro adeguamento automatico al costo della vita. Per il 2019, così come era stato anche nel 2018, l’aumento del costo della vita previsto è pari all’1,1 per cento. Come ha spiegato l’Inps il 22 marzo, la legge di Bilancio per il 2019 “ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni per il triennio 2019-2021″. L’intervento interessa soprattutto le pensioni di importo totale (lordo) superiore a tre volte il minimo, pari per il 2019 a 513,01 euro al mese.

Per le pensioni fino a 1.539 euro lordi al mese, più o meno la soglia a cui fa riferimento Zingaretti, ci sarà un aumento “pieno” dell’1,1%. Per quelle superiori sono previste invece progressive riduzioni, secondo la tabella successiva.

Pensione lorda mensile

Aumento previsto dalla legge di Bilancio per il 2019

< 1.539,00 €

1,1%

1.539,00 – 2.051,34 €

1,067%

2.051,34 – 2.558,59 €

0,847%

2.558,59 – 3.061,93 €

0,572%

3.061,93 – 4.080,35 €

0,517%

4.080,35 – 4.569,28 €

0,495%

> 4.569,28 €

0,44%

Dunque,  si può dire che l’anno prossimo le pensioni aumenteranno, ma meno di quanto non fosse previsto prima dell’approvazione della legge di Bilancio. Zingaretti parla di 6 milioni di persone coinvolte da questo taglio. Secondo un comunicato stampa dell’Inps del 22 marzo sono “circa 5,6 milioni. Per circa 2,6 milioni delle posizioni interessate la variazione media mensile dell’importo lordo risulta di 28 centesimi”. Quindi il numero citato dal segretario del Pd è impreciso ma sostanzialmente corretto: per quasi metà di loro, però, la modifica è impercettibile.

Quanti soldi in meno riceveranno i pensionati?

L’Inps, come visto, sostiene che per 2,6 milioni circa dei 5,6 milioni di pensionati interessati dal taglio la riduzione sarà di pochi centesimi al mese. Se andiamo a vedere le statistiche dell’Inps, relative alle pensioni vigenti al primo gennaio 2019 –  da non confondere coi pensionati, giacché un singolo pensionato può essere titolare di più pensioni – si vede come la grande maggioranza di queste siano inferiori ai 1.500 euro mensili e come anche quelle superiori si concentrino soprattutto nella fascia 1.500-2.000 euro mensili. In questa fascia, come abbiamo visto, la riduzione dell’aumento previsto è dello 0,033% (da 1,1% a 1,067%). Su una prestazione pensionistica complessiva – cioè magari derivante dalla somma di più pensioni – di 1.600 euro al mese, si tratta di circa 50 centesimi al mese.

Per gli importi superiori possiamo guardare a delle elaborazioni fatte dal Sole 24 Ore. Da queste risulta che una pensione di 2.300 euro lordi verrà penalizzata di circa 5 euro al mese, una di 2.800 euro lordi di circa 13 euro al mese, una da 4,.700 euro lordi di circa 25 euro al mese. Zingaretti fa un’affermazione fuorviante. Se adottiamo, come abbiamo fatto in passato, una definizione di “taglio” che comprenda anche la riduzione di aumenti previsti in passato, è vero che il governo abbia tagliato le pensioni a quasi 6 milioni di persone (5,6 milioni per la precisione) che ricevono una pensione superiore ai 1.500 (1.539) euro al mese. Ma si tratta di una riduzione che interessa in misura minima chi prende una pensione vicina ai 1.500 euro, per cui l’aumento previsto si ridurrà di meno di un euro al mese. I più penalizzati saranno quelli che ricevono pensioni vicine ai cinquemila euro al mese, per i quali comunque la riduzione dell’aumento previsto sarà di poche decine di euro

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