Congresso Cgil, molti iscritti non convocati alle assemblee di base: contestazioni in Campania

A livello nazionale non è stato ancora scelto il successore di Susanna Camusso, potrebbe vincere un candidato dell’ala moderata vicina al partito democratico

Il diciottesimo congresso nazionale della Cgil rischia di svolgersi tra polemiche, contestazioni, ricorsi. Molti iscritti di alcune categorie cigielline di  Napoli e della Campania   segnalano  mancate convocazioni alle assemblee di base, singolari elezioni di dirigenti uscenti tramite “accorpamenti” tra piccole aziende, assemblee che non si sarebbero mai tenute e delegati  selezionati “a monte” e poi “formalmente legittimati” da verbali congressuali. Clamorosi i casi di lavoratori e pensionati iscritti da anni all’organizzazione sistematicamente mai convocati formalmente ai congressi di base.  “Evidentemente vogliono organizzare un congresso blindato, selezionare fedelissimi e legittimare l’autoreferenzialità dei gruppi dirigenti – evidenzia un dirigente sindacale di via Toledo – Molti non hanno compreso che questi metodi e  comportamenti produrranno ulteriori danni d’immagine e di consensi alla nostra organizzazione “. Intanto, a livello nazionale non è stato ancora individuato il successore di Susanna Camusso. Emergono ancora divisioni.  L’area conservatrice punta sull’emiliano Vincenzo Colla e il toscano Franco Martini, entrambi vicini al partito democratico,  sostenuti dagli apparati burocratici locali e nazionali,  si presentano con un programma marcatamente moderato,  pronti per un rapporto più stretto ed organico con Cisl e Uil. Entrambi sarebbero disponibili ad abbandonare la battaglia per il ripristino dell’articolo 18 e alla cancellazione del Jobs Act per una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro.  Le categorie che sostengono Colla e Martini sono i pensionati, gli edili, i lavoratori dei trasporti, quelli delle telecomunicazioni, categorie storiche della cosiddetta “destra interna” della Cgil. L’ex leader della Fiom Cgil, Maurizio Landini amato dalla base della Cgil e dalla sinistra sociale e politica difficilmente potrà prendere il posto di Susanna Camusso. Non è sostenuto dall’apparato burocratico. Intanto a  molti riecheggiano ancora nelle orecchie le parole di Luigi Di Maio dello scorso settembre: “I sindacati si autoriformino, oppure ci pensiamo noi”.

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