Il gruppo avrebbe dato disponibilità a nuove soluzioni per i siti che intende chiudere. Si dividono Uilm e Fiom

ROMA – Sembrano ampliarsi i margini per l’avvio di una trattativa positiva su Carinaro. Oggi infatti, per la prima volta, il gruppo Whirlpool ha dato la disponibilità a ricercare soluzioni industriali per i siti che intende chiudere, a partire da quello di Caserta. Si chiude così il confronto di oggi al Mise carico di grandi aspettative sindacali. Una apertura tutta da verificare nel corso dei nuovi round in programma: il 20 maggio la trattativa tornerà in sede ministeriale ma il 15 maggio sarà un incontro in sede aziendale a rendere più chiaro il percorso.

E durante il vertice, circa 400 lavoratori si sono messi in presidio fuori alla fabbrica. I dipendenti hanno bloccato temporaneamente le strade attorno all’insediamento industriale creando dei disagi alla circolazione. «Il tavolo Whirlpool è proseguito oggi al Ministero dello Sviluppo economico presieduto dal ministro Federica Guidi e dal sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. Una nuova riunione in sede ministeriale è stata convocata per mercoledì 20 alle ore 12». Così in una nota il Mise.

«L’azienda ha detto che il piano industriale non lo cambia ma – spiega il leader della Fiom Maurizio Landini – c’è una disponibilità a valutare altre attività per evitare le chiusure, attività interne o esterne. È possibile anche una nuova piattaforma che potrebbe rafforzare, sempre in Campania, lo stabilimento di Napoli». Ma, avverte Landini, «da qui a dire che ci sono novità concrete serve cautela», sono emerse possibilità «da approfondire nei prossimi giorni» e che l’azienda non avrebbe ancora tradotto in alcuna ipotesi concreta. Diversa la lettura dell’incontro delle Uilm. il segretario generale Rocco Palombella parla di «incontro estremamente deludente. Sembrerò in controtendenza – spiega – ma oggi ci aspettavamo qualcosa di concreto da parte dell’azienda e invece ha continuato a dire che ci farà sapere. Cosa andiamo a dire agli operai di Carinaro? Ancora non c’è nessun elemento di tranquillità sulla continuità per lo stabilimento. Di concreto non c’è nulla».

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