Crac Banca Etruria e consulenze: “17 indagati a rischio processo, c’è babbo Boschi”

L’indiscrezione del quotidiano La Nazione: l’ipotesi sarebbe di bancarotta colposa, per centinaia di migliaia di euro erogati a consulenti in cerca di un partner per l’istituto, in cattive acque, ma la cui spesa sarebbe stata inutile. Notificati avvisi di conclusione indagine

Il reato ipotizzato dalla procura di Arezzo è bancarotta colposa, e 17 sono gli avvisi di conclusione indagine notificati ai componenti dell’ultimo consiglio di amministrazione di Banca Etruria. Tra loro anche a Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena Boschi. Due gli avvisi per gli ex direttori generali, Luca Bronchi e Daniele Cabiati. A riportare la notizia è il quotidiano La Nazione. Secondo il giornale, il procuratore Roberto Rossi contesterebbe lo spreco di denaro utilizzato per diversi consulenti, chiamati a cercare, dal dicembre 2013, un eventuale partner per la banca in cattive acque, come consigliato da Bankitalia. Si tratterebbe di alcune centinaia di migliaia di euro: secondo l’accusa una spesa inutile. Agli non verrebbe imputata una bancarotta dolosa, ma la negligenza nel controllare i risultati di quelle consulenze. I destinatari degli avvisi di conclusione indagine hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dai pm o presentare delle memorie scritte. Altrimenti, trascorso il termine si va all’udienza preliminare dal gip. Per il crac di Banca Etruria, sinora Pierluigi Boschi si era visto archiviare l’accusa di falso in prospetto sulle obbligazioni subordinate; pende richiesta di archiviazione della procura, invece, per quella di bancarotta relativa alla liquidazione dell’ex dg Luca Bronchi.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest