Barche di lusso, operai denunciano: “Il giudice ci reintegra, curatore del tribunale ci licenzia ancora”

La vicenda paradossale dei dipendenti della società Cantieri di Baia Mericraft

A Baia non si rispettano i diritti dei lavoratori e le sentenze emesse dal tribunale del lavoro. Gravissima la situazione denunciata dai lavoratori della società Cantieri di Baia Mericraft, fabbrica che produce imbarcazioni di lusso. La società è “formalmente fallita” da dicembre del 2015 e “gestita” da un curatore nominato dalla settima sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. La fabbrica non è stata chiusa, beneficia dell’esercizio provvisorio d’impresa continua ad essere attiva. Emerge una vicenda paradossale. Un gruppo di lavoratori che hanno impugnato i licenziamenti e reintegrati dal giudice del lavoro, sono stati licenziati dal curatore nominato dal tribunale fallimentare con effetto retroattivo. Una sentenza emanata da un giudice di un Tribunale della Repubblica viene ignorata e non attuata da un altro giudice e da un altro Tribunale. E non finisce qui. L’azienda continua ad operare, assumere e a subappaltare chi gli pare. Decine di lavoratori non hanno ricevuto il trattamento di fine rapporto (Tfr). Violati accordi e conciliazioni sindacali e non inseriti in passivo. Dunque, l’azienda teoricamente chiude battenti, ma nella pratica continua l’attività smentendo la crisi aziendale. “Attualmente a capo di tutta questa situazione c’è una persona che già in passato era vicina alla vecchia gestione e che con il figlio dell’ex amministratore ha creato una società per la lavorazione e manutenzione di imbarcazioni – spiegano i lavoratori – Un’altra cosa tragica, poi, è che le persone che erano state reintegrate e poi subito licenziate hanno perso la mobilità perché risultano ancora al lavoro e l’Inps richiede gli importi erogati degli anni precedenti. Quindi l’unica entrata che avevano è svanita e non sanno dove sbattere la testa, non sanno come andare avanti con le loro famiglie”. I lavoratori assistiti dalla giuslavorista napoletana Giuliana Quattromini non mollano e continuano la lotta in difesa dei loro diritti.

Ciro Crescentini

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