Denunciata la titolare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode in commercio, mancato rispetto della normativa sulle sicurezza del lavoro, commercio e introduzione nello stato di prodotti con marchio falsificato

NAPOLI – Le accuse per la titolare sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, frode in commercio, mancato rispetto della normativa sulle sicurezza del lavoro, commercio e introduzione nello stato di prodotti con marchio falsificato. Tutte confluite nella denuncia che ha portato a Napoli alla chiusura di un megastore cinese in Vico Acitillo al Vomero. I carabinieri della locale compagnia,  in collaborazione con i colleghi del nucleo ispettorato partenopeo, hanno controllato l’esercizio gestito dalla 31enne Y.C, in Italia da qualche anno. All’interno sono stati trovati a lavorare due operai bengalesi, clandestini entrambi, responsabili a loro volta di mancata ottemperanza al decreto di espulsione dal territorio dello stato italiano. Inoltre il materiale in vendita è risultato non conforme alle normative vigenti perché privo del marcio “Ce”. Sequestrata l’attività commerciale, nei cui locali è custodita merce per un valore che supera i 400mila euro. Oltre alle violazioni penali alla titolare sono state contestate sanzioni amministrative per l’importo di 52mila euro.
Ma i controlli a tutela dei lavoratori al Vomero, nel corso della mattinata, hanno portato i carabinieri anche a denunciare il titolare 40enne ed italiano di un altro esercizio commerciale in via Annella di Massimo. E’ ritenuto responsabile di violazioni in materia di lavoro sommerso e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro per aver tenuto a lavorare un dipendente senza contratto. Al titolare sono state elevate inoltre sanzioni amministrativre per l’importo di 20mila euro.

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