
Nel 2020 oltre 32 mila sentenze, ma povertà aumenta
“32.500 nuove sentenze di sfratto emesse nel corso del 2020, malgrado la pandemia e il lockdown. Di queste, 28 mila, quasi il 90%, sono quelle emesse per morosità. Pure in presenza di provvedimenti per la sospensione delle esecuzioni forzate, sono state oltre 5 mila gli sfratti eseguiti con la forza pubblica”. A denunciarlo Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.
“Numeri ovviamente in diminuzione rispetto agli anni precedenti ma molto preoccupanti perchè testimoniano che, in una Italia sostanzialmente bloccata a causa della pandemia, le sentenze di sfratto non si sono fermate. – aggiunge De Cesaris – Il punto però è mettere in relazione questo ulteriore incremento degli sfratti con la condizione sociale del Paese e l`aumento della povertà“.
L’incidenza di povertà assoluta in Italia varia a seconda del titolo di godimento dell`abitazione in cui si vive, si fa notare, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto. “Quella degli sfratti – conclude l’Unione Inquilini – è solo la punta dell`iceberg di una sofferenza abitativa profonda e che investe l`intero Paese, uno squilibrio determinato dalla carenza di abitazioni a canone sociale rispetto a una richiesta inevasa di 650 mila alloggi di nuclei familiari utilmente collocati nelle graduatorie dei comuni e in vana attesa di una casa popolare”