Ai domiciliari in 11: l’indagine è una costola di quella che decapitò il clan Bifone, il cui capoclan è oggi pentito

CASERTA – Sarebbero documentati alcuni episodi di spaccio a minorenni vicino alle scuole.  Nelle province di Caserta e Napoli, i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 12 indagati (1 in carcere e 11 agli arresti domiciliari), emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda. L’accusa è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’INDAGINE –  Sono almeno 180 gli episodi di spaccio contestati alle 12 persone arrestate questa mattina dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli partita nel 2013, quando fu decapitato il clan Bifone, attivo nei comuni casertani di Portico e Macerata. Tra i presunti episodi, ce ne sono di cessioni di droghe leggere e pesanti24 ore al giorno per le strade, anche a minorenni. Alcuni affiliati di spicco si sarebbero dedicati anche alla cessione di hashish, marijuana e cocaina. I Comuni dove sarebbe avvenuto lo smercio sono Portico, Santa Maria Capua Vetere, Capodrise, Marcianise e Teano. Secondo gli inquirenti nel settembre 2013, l’allora 18enne Giuseppe Raucci, nipote dell’ex capoclan oggi pentito Antonio Bifone, avrebbe venduto una “stecca” di hashish ad uno studente delle medie nei pressi di una scuola elementare in una frazione del comune di Recale. Raucci si sarebbe avvicinato convincendolo ad acquistare la droga. Da quel momento le indagini si sono allargate e nel frattempo cinque persone sono state arrestate in flagranza e 600 grammi di stupefacente è stato sequestrato. Giuseppe Raucci è tra gli arrestati di oggi, assieme al padre 56enne Pasquale, cognato dell’ex boss. Tra i destinatari dell’ordinanza anche i fratelli Michele e Massimo Buonpane: il primo già detenuto e ritenuto l’esponente del clan che riscuoteva il pizzo da commercianti e imprenditori.