Il ministro degli interni annuncia di voler tornare in città una volta al mese. Promette 150 poliziotti in più e 250mila euro per le telecamere. Ma lancia frasi che faranno discutere: “Qua dobbiamo inseguire camorristi anche di 8 anni”
Un bagno di folla al Vasto, dove viene acclamato perfino dagli immigrati a caccia di selfie. E una serie di frasi ad effetto in prefettura, al termine del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. “Inseguiremo i camorristi casa per casa” esordisce il ministro Matteo Salvini a Napoli. Fuori dal palazzo di governo la piazza si divide tra i suoi fan, i leghisti napoletani, e il corteo dei centri sociali che lo contesta, bloccato da un imponente cordone di forze dell’ordine in via Toledo. Salvini non calca la mano sull’ossessione immigrati, anzi ribadisce come a Napoli “l’emergenza si chiama camorra”. E per mostrarsi addentro al problema, aggiunge: “Qua dobbiamo inseguire camorristi anche di 8 anni”. Una frase destinata a far discutere, perché riferita al caso dei minori sfruttati nel business dello spaccio di droga, come accadeva a pochi metri dalla prefettura, al Pallonetto di Santa Lucia. Ma intanto, accende i riflettori sul rione Vasto, dove si reca prima della riunione sulla sicurezza. “Faremo un controllo capillare del Vasto – annuncia – nelle prossime settimane e invieremo circa 150 uomini in più delle forze dell’ordine”. Questo è uno degli impegni presi, assieme a quello di tornare ogni mese a Napoli, a partire dal comitato per l’ordine pubblico del prossimo mese. “Tornerò a incontrare Don Vincenzo (parroco del Vasto, ndr)- aggiunge -. Non conoscevo il fenomeno né le dimensioni del sequestro dei motorini, ben 8000 quelli sequestrati, in carico anche per dodici anni al pubblico contribuente. Dobbiamo fare in modo che se non vengono ritirati siano rottamati nel giro di due mesi. Non è possibile che nel 2018 in un Paese civile ci sia un registro dei parcheggiatori abusivi, cose dell’altro mondo. Il parcheggiatore abusivo, che toglie lavoro a chi vorrebbe farlo regolarmente, è illegale al pari di chi vende la merce contraffatta o che occupa le case popolari abusivamente”. Tra le promesse, inserire norme contro guardamacchine, ma anche contro le stese dei clan, nel decreto sicurezza. E inoltre, quella di stanziare 250mila euro per le telecamere nei quartieri a rischio. Batte ripetutamente il tasto sull’emergenza camorra (“Voglio culturalmente far capire che i camorristi sono una vergogna nell’Italia e nel mondo. Se qualcuno tramite fiction può dare un’immagine sbagliata, a me fanno schifo”). Ma alla fine, scivola sempre là. “Sono calati tutti i reati – dice – l’unica fattispecie aumentata sono gli arresti e le denunce a carico di stranieri. L’anno scorso avevamo più di 3mila richiedenti asilo, oggi sono 500. Su 538 domande di asilo e protezione, negli ultimi due mesi ne sono state accolte 8 su 100, tra rifugiati, sussidiaria e umanitaria. Fino a poco tempo fa davamo vitto e alloggio a gente che non scappava da niente, ma la guerra la portava a Napoli”.
girobe