Listini in crescita nonostante calo quotazioni del grano
L’inflazione al 5,7% si traduce in una stangata pari a +1.751 euro annui per la famiglia “tipo”, mazzata che raggiunge quota +2.275 euro per un nucleo con due figli. Lo afferma l’associazione dei consumatori, Codacons, commentando i dati Istat sull’inflazione di febbraio.
“Da 27 anni non si registrava in Italia una inflazione così elevata, e la crescita dei listini al dettaglio non può essere giustificata solo dal caro-bollette – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il timore concreto è che si stiano registrando in questi giorni forti speculazioni sui prezzi che sfruttano il conflitto scoppiato in Ucraina per aumentare in modo del tutto ingiustificato i listini di beni di largo consumo come pane e pasta“.
Proprio per questo dopo i carburanti il Codacons, unica associazione ad aver presentato denunce penali contro il caro-benzina che hanno portato all’apertura di una inchiesta da parte della Procura di Roma, ha deciso di scendere in campo presentando un esposto ad Antitrust e 104 Procure della Repubblica di tutta Italia anche in merito ai rincari di pane e pasta.
“Mentre le quotazioni di grano duro e grano tenero sono in diminuzione sui mercati internazionali, i prezzi dei prodotti derivati risultano in forte aumento nel nostro paese – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ad esempio a Milano un chilo di pasta è passato da una media di 1,28 euro dello scorso novembre a 1,64 euro, con un rincaro del +28,1%. A Firenze il prezzo medio sale da 1,15 euro/kg di novembre a 1,38 euro (+20%). Rincari che avvengono nonostante la pasta si produca col grano duro importato da Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, zone non interessate dal conflitto”.
Nell’esposto il Codacons chiede a magistratura e Antitrust di inviare Nas e Guardia di Finanza presso grossisti, intermediari, produttori, Gdo e panetterie, allo scopo di acquisire la documentazione fiscale sulle bolle di acquisto della materia prima, per capire in quale dei passaggi della filiera si annidino speculazioni che stanno massacrando le tasche dei consumatori.