Regione, chi è Mastursi: richiamato da De Luca dopo la condanna

Nomine di staff: il governatore riabbraccia l’ex capo segreteria, che si era dimesso 5 anni fa. Era l’inizio dell’inchiesta che lo ha portato ad essere ritenuto colpevole, in primo grado (18 mesi di reclusione), di induzione indebita per la vicenda della sentenza sulla sua sospensione del presidente

Si potrebbe dire a volte ritornano, se non fosse che Nello Mastursi, in realtà, non se n’è mai andato dall’inner circle del governatore De Luca. L’ex capo segreteria è tornato al suo posto, dal quale si era dimesso quando scoppiò un imbarazzante caso giudiziario nel 2015. Nel frattempo, è stato coordinatore della maxi coalizione di De Luca nell’ultima campagna elettorale. Mastursi si sarebbe “convinto a scendere a patti pur di assicurarsi il risultato positivo delle cause intentate dal governatore e di permanere così nella prestigiosa posizione di potere” rivestita in Regione. Così il giudice di Roma Vilma Passamonti ne parla nelle motivazioni della sentenza di condanna a 18 mesi di reclusione per induzione indebita, emessa nel 2017, nel processo celebrato con rito abbreviato. Mastursi è coinvolto nel caso delle presunte pressioni esercitate dall’avvocato Guglielmo Manna, per ottenere la direzione di una Asl, sfruttando il ruolo della moglie. Manna è marito di Anna Scognamiglio, giudice relatore nella procedura sull’applicazione della legge Severino a De Luca (la cui posizione di indagato fu archiviata). Per una vecchia condanna, cancellata definitivamente dai gradi successivi, De Luca era stato sospeso appena insediato alla Regione, nel 2015. Oggi Manna e Scognamiglio sono imputati col rito ordinario, a causa di quella vicenda. Mastursi, per la sentenza di primo grado, sarebbe stato indotto “a promettere indebitamente a Manna una nomina dirigenziale nella sanità campana”. Secondo il gup di Roma, “la posizione rivestita da Anna Scognamiglio quale giudice del tribunale di Napoli, nominata relatrice nelle cause elettorali promosse dal neoeletto governatore, è risultata strumentalmente utilizzata per operare una pressione sulla volontà e convincere l’uomo di fiducia di De Luca ad aderire all’indebita richiesta del Manna”. Da sottolineare che De Luca si proclamò parte lesa, per quei fatti. E sostenne: “Mastursi ha sbagliato, del resto non è Churchill”. Manna e Scognamiglio respingono ogni addebito, come gli altri imputati Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste a sostegno di De Luca in provincia di Avellino, Gianfranco Brancaccio e Giorgio Poziello. Mastursi anche, e intanto torna in sella a Palazzo Santa Lucia.

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