Primarie, Valente al via rivendicando la rottamazione: in platea Incostante, Iossa, Borriello e Cozzolino

Al teatro Augusteo la deputata apre la campagna elettorale sotto la regia del duo Pagano-Crea. Tra i sostenitori tanti ex bassoliniani, ma è caccia al voto trasversale che serve a battere l’ex governatore

Che sia una guerra fratricida interna al partito, si sa. Che si stia facendo la conta a chi ha più soldati, anche. Che il risultato delle primarie possa non essere scontato come si immaginava e che don Antonio da Afragola debba faticare non poco per andare a correre per la poltrona di sindaco di Napoli, pure. Questo almeno da ciò che si è visto questa mattina al teatro Augusteo dove Valeria Valente ha aperto la sua campagna elettorale. I “si dice” dicono che Graziella Pagano e il figlio Lorenzo Crea abbiano chiamato a raccolta tutti ma proprio tutti, ma tutti tutti – compreso quelli che non fanno parte del Pd – pure di non lasciare manco una poltrona vuota in sala e di affollare il foyer. Fatto sta che la passerella non è passata indifferente. Qualche giorno fa, era stato lo stesso don Antonio,durante un comizio al teatro Nuovo dei Quartieri Spagnoli, a chiedersi dove erano finiti quelli che prima era al suo fianco e poi l’hanno abbandonato. E qualcuno dei fedelissimi si era lasciato andare ad epiteti non oxfordiani nei confronti dei transfughi. Luigi Gesù Anzalone, ex assessore regionale al Bilancio, con Tino Santangelo e Luisa Bossa, sono tra i pochi rimasti al fianco dell’ex governatore in questa campagna elettorale, che sta assumendo sempre più i contorni di una resa dei conti interna tra nuovi, quasi nuovi, usati garantiti e vecchi. Ecco dove erano finiti gli ex bassoliniani. Sono sbucati tutti fuori questa mattina. Eccoli ad abbracciarsi e sbaciucchiarsi come quelli che non si incontrano da anni, vecchi compagni di scuola, pronti a rimettersi in pista per riconquistare posizioni perse nel 2011. Qualcuno qualche anno prima. Ecco anche le nuove leve, le new entry. Tutti qui stamattina accanto a Valeria. Maria Fortuna Incostante, Giovanni Squame, Peppe Balzamo, e Antonio Borriello, ex presidente della circoscrizione di San Giovanni a Teduccio dove Bassolino conquistava percentuali bulgare di voti. E ancora, Andrea Cozzolino, che di Bassolino era considerato il delfino. Teresa Armato, Marco di Lello. Addirittura un socialista di ferro come Felice Iossa. Il compagno della aspirante sindaco Gennaro Mola. Folta rappresentanza anche di chi bassoliniano non è mai stato, come Pagano e Crea: i consiglieri comunali Marco Mansueto e Bobo Esposito, uno di Forza Italia e l’altro del Pd. E poi, Leonardo Impegno, Gennaro Migliore, Emilio di Marzio, Alberto Patruno, Umberto de Gregorio, presidente dell’Eav. Il paragone con Clint Eastwood, che nell’anno in cui veniva chiusa alle auto piazza del Plebiscito vinceva un Oscar ma che oggi ha pur sempre 85 anni, i continui riferimenti al 1993 ed al “passato ingombrante” fanno di Antonio Bassolino il convitato di pietra all’apertura della campagna elettorale di Valeria Valente. Non si è visto, ma c’era. “Muta presenza inquietante e minacciosa” che si aggirava tra le poltroncine del teatro Augusteo sulle gambe dei propri ex fedelissimi. Qualcuno che voleva sentir parlare della città. Ma di Napoli se n’è parlato en passant. Magari Valeria Valente punta per il 6 marzo anche ai voti di altri schieramenti. Del resto, proprio in questi giorni Bassolino ha discusso di Napoli con alcuni esponenti della vecchia Alleanza nazionale. Tanto, Lettieri, è stato già “giudicato dai napoletani cinque anni fa.

(Foto Valeria Valente/Fb)

 

 

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