Presentata l’associazione del sindaco de Magistris che scalda i motori per le comunali del 2016: non appoggerà nessuno alle elezioni regionali

NAPOLI – I detrattori diranno che se l’è creata a sua immagine e somiglianza, e in effetti il nome potrebbe farlo pensare. Ma DemA, il nome della associazione fondata dal sindaco Luigi de Magistris in collaborazione con alcuni suoi fedelissimi, è l’acronimo di democraziaautonomia, sottotitolo “tornare alle origini della politica”.

Pullover bianco, seduto alla scrivania con alle spalle una finestra che guarda su via Toledo, il primo cittadino di Napoli ha spiegato innanzitutto che non si tratta né di un partito né di un movimento politico ma di un luogo di scambio e scandisce per bene la maniera corretta di pronunciarne il nome per, non lo dice ma è facile immaginarlo, sgomberare il campo ai dubbi: Dem (pausa) A. In sala suo fratello Claudio (cui tempo fa annunciò sarebbe stata affidato il coordinamento di questo nuovo soggetto), qualche staffista, tanta stampa ma nessun assessore o consigliere comunale, segno della volontà di non dare colori politici alla associazione (anche se la prima cosa che lo sguardo incrocia entrando è un vaso arancione e lo stesso colore è predominante nel simbolo e nelle stampe alle pareti con frasi di personaggi celebri). “Quello che manca – ha spiegato de Magistris – è un luogo in cui elaborare una alternativa al pensiero unico, io sono certo che ciò verrà dalle associazioni e dai comitati, in generale dal basso, ed è bello immaginare che l’epicentro di questa spinta sarà proprio Napoli”. Una cosa ci tiene a specificare, anticipando l’ovvia domanda. “Questa associazione non ha nulla a che vedere con la campagna elettorale delle regionali, ma di sicuro darà un contributo per rivincere le elezioni comunali nel 2016″. Lo scenario possibile dunque è che da DemA possa venir fuori una lista civica in appoggio alla ricandidatura per palazzo San Giacomo.”Abbiamo il dovere di sottoporci al giudizio degli elettori, in modo autonomo, senza partiti, non in lotta, in alleanza con con chi mi sostiene e senza escluderne altre. Ma mi ispira la autonomia,caratteristica che mi contraddistingue. Però è giusto dire anche che i miei principali alleati, e dopo l’esperienza della sospensione ne sono ancor più convinto, sono stati i cittadini anche quando mi hanno criticato e spesso ma pure chi non mi ha votato quando c’è stata necessità mi ha dato una pacca sulla spalla”.

REGIONALI: NESSUN APPOGGIO A CALDORO O A DE LUCA. “Escludo qualunque appoggio a Caldoro a de Luca e anche qualunque accordo”. Secco e preciso, il sindaco di Napoli ribadisce la sua posizione sulle prossime elezioni regionali. “Da sindaco devo mantenere basso profilo, che mi obbliga a essere distante, istituzionalmente corretto anche per il mio ruolo di sindaco della città metropolitana” e a chi insiste a chiedergli notizie in merito a una possibile candidatura di Nino Daniele replica (più di una volta) che “al momento fa l’assessore alla Cultura del comune di Napoli”.

DA GENNAIO IN CAMPAGNA ELETTORALE PER IL COMUNE, MA NON CON IL PD. “Non credo che sarò il candidato del centrosinistra alle comunali del 2016, non ci sono le condizioni politiche per un accordo con il Pd e non c’è la volontà da parte mia”. La campagna elettorale per la corsa a Palazzo San Giacomo inizierà a gennaio 2016. Una data per cui, de Magistris non crede ci sarà uno scenario ”molto diverso” da quello che lo vide protagonista nel 2011. ”Credo – ha spiegato – che il mio bacino elettorale non sarà molto diverso rispetto a quello di tre anni e mezzo fa. Si vincerà sulla forza dei programmi, uscendo fuori dagli schemi tradizionali. Certo – ha aggiunto – nel 2011 ho vinto con un voto molto trasversale che sarà difficile ripetere, ma il mio obiettivo è governare sempre meglio la città”. Secondo de Magistris, che oggi più del 2011, non ha partiti alle spalle, per riconfermarsi a Palazzo San Giacomo saranno ”importanti le liste civiche”. ”Nelle elezioni comunali – ha sottolineato il sindaco – i partiti in genere non hanno grande peso, conta molto il candidato. Per chi è uscente – ha concluso – la sfida è più difficile perché giustamente i cittadini ti giudicano per quanto fatto e per quanto non fatto”

Barbara Tafuri

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