Napoli, Tribunale del lavoro  annulla il licenziamento delle due lavoratrici delle Terme di Agnano

Le due dipendenti avevano rifiutato di firmare un verbale di conciliazione capestro che prevedeva la riduzione dei salari del 50 per cento e umilianti demansionamenti. Una dura sconfitta per l’amministratore Massimo Grillo, il sindaco De Magistris e l’assessore Enrico Panini

Torneranno al lavoro Imma Palombino e Daniela Lampognana, le due dipendenti delle Terme di Agnano, azienda di proprietà del Comune di Napoli, licenziate perché avevano rifiutato di firmare un verbale un verbale di conciliazione-capestro che prevedeva la riduzione del salario del 50 per cento e umilianti demansionamenti.

il vice sindaco e assessore alle partecipate Enrico Panini

Il giudice Ciro Cardellicchio, presidente della terza sezione lavoro del Tribunale di Napoli ha accolto il ricorso delle lavoratrici difese dagli avvocati Giuliana Quattromini e Fabio Valerio Coppola, annullato il licenziamento per manifesta insussistenza del giustificato motivo oggettivo, condannando Terme di Agnano,  alla reintegrazione delle lavoratrici nel posto di lavoro occupato alla data del recesso e al pagamento d’ un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a quello dell’effettiva reintegrazione e al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dal giorno del licenziamento fino a quello della effettiva reintegrazione, maggiorati degli interessi nella misura legale. Dunque, ha trovato applicazione il comma 7 dell’articolo 18 della legge 300 del 1970, ovvero lo Statuto dei Lavoratori.  Una grande giornata per la giustizia e la verità. Una dura sconfitta per l’amministratore di Terme di Agnano, Massimo Grillo, una tegola sul Comune di Napoli, proprietario dell’ente, un pesante giudizio politico per il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e l’assessore al personale e alle partecipate l’ex sindacalista della Cgil, Enrico Panini che avevano avallato il verbale di conciliazione capestro e il licenziamento. Una pesante tegola anche sulle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di categoria che lasciarono sole le lavoratrici. Una pessima figura per i consiglieri comunali della sinistra che non assunsero alcuna iniziativa. A fiano di Imma e Daniela scesero in campo solo Maria Muscarà, Marta Matano e Matteo Brambilla, rispettivamente consigliera regionale e consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle

Avvocata Giuliana Quattromini

Una grande giornata per i lavoratori e le lavoratrici – commenta l’avvocata Giuliana Quattromini – sono soddisfatta del risultato, un risultato non semplice considerate le leggi vigenti, in primis il Jobs act. C’è ancora un giudice a Berlino. Credo che bisognerebbe aprire una seria discussione sull’importante ruolo rivestito dalla magistratura del lavoro nel momento di collasso del processo del lavoro e dei diritti dei lavoratori”. Dunque, nei nostri tribunali il pensiero liberista, il pensiero unico dominante non si è affermato in toto. Operano ancora magistrati scrupolosi, sensibili. Magistrati che leggono con attenzione i ricorsi, valutano le documentazioni in ogni minimo dettaglio. Fatti positivi in un tempo in cui i verbali di conciliazione avallano una sorta di commercializzazione dei diritti. Un segnale di ottimismo contro i comportamenti per impedire che prevalgano solo statistiche fredde e una  sconfortante burocrazia giudiziaria.

Ciro Crescentini

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