Per la Remini della Cgil si tratta dell’ennesima mattanza a danno dei cittadini
Rabbia e sconcerto per quanto apparso oggi sul quotidiano Il Mattino, relativo ad un’inchiesta che vedrebbe coinvolti vertici della ASL NA2 e diverse strutture accreditate in merito alle cure domiciliari. Qualora i capi d’accusa fossero confermati, si tratterebbe dell’ennesima mattanza a danno dei cittadini campani”. E’ quanto afferma Ileana Remini, della segreteria Cgil Campania. “Una situazione intollerabile – precisa Remini – per la quale bisogna intervenire con urgenza; ci pare invece in controtendenza l’atteggiamento della struttura commissariale e della Regione Campania che appena qualche giorno fa vantava un enorme successo nell’aver risolto il contenzioso sui tetti di spesa con le strutture private accreditate”. “Da anni – continua Remini – come CGIL e Funzione Pubblica Cgil Campania denunciamo la mancanza di regole e trasparenza nel sistema sanitario accreditato, eppure nonostante le tante rivoluzioni annunciate nei confronti dei privati accreditati nessuno ‘mette mano’ davvero. Troppo potente la lobby del mercato della salute che cresce in controtendenza rispetto al pubblico, determina l’offerta, stabilisce tariffe in barba alle normative; il mercato delle cure domiciliari, prevalentemente in mano ai centri di riabilitazione convenzionati, dovrebbe avere una supervisione pubblica in capo alle Asl; se un comune cittadino vuole farne richiesta deve attendere liste d’attesa lunghissime e confrontarsi con un sistema burocratico tortuoso; ora, così come denunciamo da anni, è chiaro il motivo per cui ci sono liste d’attesa infinite”. “Inoltre – secondo Remini – proprio nella ASL NA2 in questi anni tante strutture hanno dovuto riparametrare organici di personale ed orari di lavoro (quindi salari) a causa dei presunti tagli operati dalla regione. Ci piacerebbe che i responsabili di questa vergognosa situazione si confrontassero adesso ‘de visu’ con i genitori dei bimbi affetti da autismo ai quali hanno sottratto preziose ore di terapie a causa della mancanza di fondi o con le centinaia di lavoratori costretti a salari da fame”. “Di fronte a questo scempio – conclude Remini – la CGIL continuerà a fare la sua parte intanto rivendicando con urgenza un tavolo regionale nel quale discutere finalmente di rapporto pubblico/privato in regione Campania ma anche costituendosi parte civile nel processo”.