Napoli, la furia dei disoccupati: “il concorso Asia è una truffa”. Occupato il consiglio comunale

Sotto accusa le ‘infornate’ effettuate tramite le agenzie interinali

Il movimento dei disoccupati napoletani contesta il concorso per l’assunzione di 500 operatori in Asia, l’azienda di igiene ambientale di proprietà del Comune. Alcune centinaia di senzalavoro aderenti alle liste “Movimento 7 novembre” e “Cantiere 167 Scampia”, stanno manifestando davanti al palazzo del consiglio comunale di via Verdi, urlando slogan mentre un gruppetto è riusciti a penetrare all’interno del palazzo e ad esporre un paio di striscioni dai balconi delle sale del Consiglio site al secondo piano. Su uno dei due striscioni si può leggere “Asia concorsi e mazzette: dove sono le clausole per i disoccupati”. Sull’altro c’è scritto: “Nessuna clausola sui disoccupati: il concorso Asia è un bidone”. Alla base della protesta l’assenza nel bando per il concorso Asia di una clausola sociale riservata all’ammissione dei disoccupati. Clausola che – sostengono i manifestanti – era stata oggetto di una intesa.

Siamo stati tra i primi e tra gli unici a mobilitarci e a denunciare da anni i disservizi cittadini, il degrado e l’urgenza di nuovo personale per l’igiene urbano ed ambientale, rivendicando clausole sociali per i disoccupati di lunga durata della città e nuove assunzioni dando risposte sul piano occupazionale. In questi anni avevamo spiegato come nel 2000 l’Asia aveva 1.230 operatori ecologici, oggi non superano le 300 unità con tutte le conseguenze in termini di peggioramento evidente del servizio per la città ed i nostri quartieri – sostiene in una nota il movimento – Asia avrebbe dovuto, come in parte successo, internalizzare i servizi. Invece, negli ultimi 5 anni ha ripreso ad esternalizzare: ma nessun turnover vero è stato effettuato alimentando il sistema marcio tramite le Agenzie Interinali come l’Adecco, WinTime. La risposta alle lotte dei disoccupati organizzati è arrivata a colpi di decine di multe e denunce penali”.

I disoccupati in corteo hanno portato anche i loro figli “perchè – come ha spiegato il genitore di una bambina – è anche con loro che condividiamo le notre precarietà  ed è giusto che chi decide per il nostro futuro abbia ben chiaro che dietro ognuno di noi ci sono figli, mogli, mariti e famiglie che condividono la nostra precarietà”

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