Napoli, Cristoforoni: “Si a una coalizione per un governo popolare ma senza il M5s”

In riferimento all’articolo “Pronta la coalizione per un governo popolare con Di Battista e De Magistris. Conte candidato premier” pubblicato da Il Desk lo scorso 23 Luglio, riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota dell’Architetto Giuseppe Cristoforoni attivista sociale

Carissimo Ciro Crescentini dissento totalmente da ciò che hai scritto!

Da sempre attivista politico sul territorio come ben sai ho contribuito alla creazione del Movimento comprendendo tardi ciò che realmente fosse, Ma ad oggi con un minimo di analisi Politica ciò che sta succedendo se è vero, è assolutamente inaccettabile!

E’ da tempo, svariati mesi che si sta provando, quasi riuscendoci a far nascere una coalizione, la coalizione dei non allineati con obbiettivi chiari e non ambigui quali: la promozione di un programma di giustizia sociale, l’attuazione della Costituzione, l’attuazione dell’Articolo 4, pacifismo, onestà, beni comuni e acqua pubblica, si immagina un movimento popolare che rifiuti nettamente l’agenda Draghi, i favori alle banche, le privatizzazioni, le delocalizzazioni, l’atlantismo, la guerra, le armi, la svendita dei Beni Comuni, per la corretta gestione dei rifiuti, per la corretta gestione del territorio, la corretta gestione del suolo, una corretta produzione dell’energia, (non più solo decarbonizzare, ma decombustere ossia non bruciare più), l’abolizione del jobs act e del green pass, lotta alle disuguaglianze.

Una coalizione con Rifondazione Comunista, Manifesta, Potere al Popolo, DEMA, I Carc, Reti Sociali, Centri Sociali, Sindacalismo di Base, le infinite e varie associazioni sul territorio non politiche ma di scopo, e tanti altri, una coalizione dei non allineati e molti di coloro che non vanno più a votare. Ci si immagina un movimento popolare che rifiuti nettamente l’agenda politica attuale, una coalizione alternativa contro le guerre per un governo di emergenza popolare a favore dell’ambiente e del Popolo. Si ci stava provando, e bisogna continuare a provarci, è, e sarà l’ultima opportunità.

Carissimo Ciro, buttarsi come unica risorsa proprio nelle braccia dei “dissennatori” https://harrypotter.fandom.com/it/wiki/Dissennatore non è assolutamente la cosa giusta da fare; vorrei farti notare, visto che siamo in tema elettorale, che nella 17° Legislatura di punto in bianco senza alcuna discussione con chi che sia il Senatore del Movimento 5 Stelle Vito Crimi presentò un Disegno di Legge che ha previsto il raddoppio del numero delle firme da dover depositare per poter partecipare alle consultazioni elettorali.

Le nuove forze politiche oggi devono raccogliere tra le 1500 e le 2000 firme in ciascun collegio plurinominale. I collegi plurinominali sono 49 per la Camera e 26 per il Senato. Il numero di firme complessivo è quindi per la Camera di 73.500 e per il Senato di 39.000.

Pd, M5s, Lega, FdI e FI sono dunque, in base alla disciplina ordinaria, i soli partiti esonerati dalla raccolta firme, in quanto sono gli unici che, dal primo giorno della XVIII legislatura, erano costituiti in gruppo in entrambe le Camere.

Sempre lo stesso senatore è l’artefice del divieto di formazione di nuovi gruppi al Senato, quindi in un colpo solo ha decretato l’impossibilità della formazione di un nuovo movimento o partito.Esaminiamo la questione nel dettaglio:“ In base alle modifiche introdotte dal cosiddetto Rosatellum (legge 165/2017), per presentarsi alle elezioni per il rinnovo di Camera e Senato le forze politiche, che sono costituite in gruppi parlamentari in entrambe le camere, all’inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali, sono esonerate dall’obbligo della raccolta firme.

Nella sostanza, è proprio la frequenza e la quantità delle deroghe a dimostrare che presentarsi alle elezioni sulla base delle regole “ordinarie” è impossibile, se non per pochissimi partiti e che l’esclusione degli altri non è una conseguenza inintenzionale, ma un obiettivo esplicito di questa disciplina. Per questo le norme sull’obbligo della raccolta firme e sui relativi esoneri erano da considerarsi incostituzionali: perché le norme speciali e le deroghe introdotte non correggono, bensì aggravano il carattere discriminatorio delle soglie di accesso. Non rendono i competitori più uguali, semplicemente ampliano la platea dei “più uguali degli altri”.

La Consulta ha giudicato infondata la questione di costituzionalità ritenendo che non sia manifestamente irragionevole, né lesiva del diritto di elettorato attivo e passivo, la determinazione di un numero di firme elevato su di una materia affidata alla discrezionalità del legislatore, il quale avrebbe legittimamente deciso di esigere dai partiti e dai gruppi politici come requisito di partecipazione elettorale una prova di rappresentatività (il numero delle firme raccolte) particolarmente onerosa.La scorsa settimana, 15 giugno 2022, durante l’esame in commissione Affari costituzionali alla Camera del decreto Elezioni è stato approvato un emendamento (6.016 – Magi, Costa) che amplia significativamente il numero dei partiti esonerati dall’obbligo di raccolta firme per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche.

Anche questa novella, come moltissime altre in passato, non serve a ripristinare un principio di uguaglianza nei requisiti di partecipazione democratica dei partiti, ma si limita a ricavare ulteriori “nicchie di rendita” all’interno di una legge elettorale discriminatoria, che istituisce diritti differenziati tra forze politiche presenti e non presenti in Parlamento, e introduce per queste ultime soglie di accesso alla competizione elettorale quasi insormontabili.

Che cosa dice l’emendamento? Dice che l’esonero dalla raccolta firme, che oggi vale solo per le cinque forze politiche prima ricordate (Pd, M5s, FI, Lega e FdI) si estende “anche ai partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021” (cioè Leu, Italia Viva e Coraggio Italia), o “che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale” (cioè +Europa-Centro Democratico), o che “abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore all’1 per cento del totale” (cioè Noi con l’Italia).” di Carmelo Palma ROMA (Public Policy)

Caro Ciro,

ai 5 Stelle dobbiamo ancora: un regolamento del Senato che prevede restrizioni per il dissenso; il taglio della Rappresentanza Democratica attuata con il taglio dei Parlamentari; la mancata riforma della legge elettorale mai presa in considerazione e mai calendarizzata, nonostante le infinite “Fiducie” perpetuate nel Conte I e II, legge elettorale oggi totalmente inadeguata al taglio dei Parlamentari, avremo un Parlamento con soli signorsì, assolutamente fiduciosi, o solo “pigiabottoni” scelti direttamente dai capi. I decreti Salvini, voluti anche dal Conte I, modificati solo nella parte immigrazione nel Conte II.

Mentre resta salda la repressione del dissenso nelle piazze nella parte seconda, prevedendo denunce penali e non civili come un tempo. Con il conseguente svuotamento delle piazze, e tantissimi attivisti con procedimenti penali.E tanto altro che trascenderebbe dall’oggetto in discussione e che quindi evito, ma certamente tirare in campo Beppe Grillo, che probabilmente fu scritturato per mettere in scena uno spettacolo durato 15 anni e poi finito, avendo raggiunto i risultati sperati dagli scritturanti, ed oggi pagato 300 mila Euro con le ormai minime restituzioni dei restanti eletti dei 5 Stelle.

Parlare anche di colui che avrebbe dovuto essere la ruota di scorta per eventuali fallimenti o revisioni, mi fa proprio specie, un personaggio legato alla parte più destroide del Meetup romano, improvvisamente lo ritroviamo barricadero.

Adesso dicono che il M5S con Conte è un movimento barricadero pronto a indossare la bandana e a muoversi nel campo giusto dei diritti sociali, civili e ambientali.Sicuramente chi pensa ciò non ha una visione chiara della storia Politica dei 5 Stelle, nonostante oggi in casa propria ha come guida il peggio del peggio, grazie proprio ai 5 Stelle.

Concludendo, grazie al Movimento, oggi abbiamo solo 20 giorni per raccogliere 112,500, per partecipare alla tornata elettorale del 25 settembre. Ed è colpa del M5S, in sintesi, che il prossimo Parlamento non avrà forze in rappresentanza del dissenso.

Secondo me la caduta del governo Draghi è stata orchestrata come tutta la storia del Movimento, che a questo è servito, con la scadenza naturale della Legislatura le 112,500 firme le avremmo raccolte!Dopo le elezioni avremo un governo piatto, totalmente neoliberista ed atlantista peggio di oggi, e come Presidente della Repubblica Draghi!E, non ci saranno giavellotti a sufficienza.

Ps/ Leggo solo ora da “il Post” di sabato 23 luglio che: “…. con le elezioni in anticipo di oltre quattro mesi rispetto alla normale scadenza della legislatura, la legge prevede che il numero delle firme richieste sia dimezzato: devono essere almeno 750 invece che 1.500 per ogni collegio plurinominale. In definitiva, per presentarsi alle prossime elezioni in tutta Italia bisognerebbe raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato. ….” Quindi forse le firme da raccogliere saranno 56.250

Architetto Giuseppe Cristoforoni

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