Napoli, comitato Vele al presidente Mattarella: “Scampia vuole tutto”

Una nota consegnata al Capo dello Stato

Il quartiere napoletano di Scampia ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un maxi-striscione srotolato su un palazzo di fronte al polo delle professioni sanitarie dell’Università Federico II che ha ospitato la visita del capo dello Stato. La scritta recita: “Cosa vuole Scampia, presidente? Tutto”.

Lo striscione è firmato dal Comitato Vele di Scampia, impegnato da anni nelle lotte per cambiare le condizioni di vita degli abitanti delle Vele che da decenni vivono nel degrado.

Presidente, Scampia non è solo Gomorra”, hanno gridato le donne del quartiere  all’indirizzo del Capo dello Stato al momento di lasciare la sede universitaria della Federico II.

Il comitato di lotta delle Vele ha consegnato una nota a Mattarella.

Abbiamo voluto scriverle e farle recapitare questa breve lettera per raccontarle in poche parole la storia di questo territorio, attraverso gli occhi del Comitato delle Vele di Scampia, che da quarant’anni lotta per la dignità dei suoi abitanti. Questa è una fase particolarmente importante e decisiva della nostra storia”. Inizia così la lettera firmata dal comitato di lotta.


“Le battaglie di tanti anni, portate avanti prima dai nostri genitori e poi da noi, si stanno concretizzando – spiega il Comitato – in risultati straordinari: l’abbattimento di due delle ultime tre vele rimaste in piedi, la rigenerazione dell’unica che resterà in piedi, la costruzione e l’assegnazione di nuovi alloggi per le famiglie che ancora abitano all’interno dei “mostri di cemento” ed il completamento della riqualificazione del lotto su cui furono costruite le Vele. Si tratta del compimento di un percorso lunghissimo, durato decenni, durante il quale sono state abbattute già quattro vele e assegnati circa mille nuovi alloggi. Un percorso in cui il comitato e gli abitanti sono sempre stati protagonisti, indicando spesso alle istituzioni locali e nazionali quale era la strada da seguire. La stessa sede universitaria, che lei stesso ha potuto ammirare nella giornata di celebrazione degli 800 anni della Federico II, è il risultato di un’idea complessiva di rigenerazione e trasformazione del quartiere che nasce proprio in seno alle discussioni e le assemblee tra il comitato degli abitanti delle vele e le amministrazioni che si sono avvicendate negli anni. Viviamo in una congiuntura storica in cui le periferie, e la nostra in particolare divenuta suo malgrado simbolo europeo del degrado e della povertà, sono spesso terreno di propaganda politica mentre le rivendicazioni di dignità e giustizia sociale espresse dalla viva voce di chi abita in quei luoghi da sempre considerati margine urbano, trovano come risposta silenzio e disinteresse. Per questa ragione è importante per noi raccontare e rivendicare una storia collettiva diversa dalla narrazione mediatica dominante”

Una storia – sottolinea chi scrive – in cui gli abitanti di una nota periferia sono stati protagonisti del proprio riscatto e attraverso le tante vittorie ottenute negli anni sono riusciti a cambiare un intero quartiere, trasformandolo in un modello di protagonismo civico, culturale, sociale. Perché questa è la Scampia di oggi: la dimostrazione concreta che non esiste un destino ineluttabile, ma che le cose possono cambiare, mettendosi in ascolto delle comunità, rispettando la dignità di chi vive i territori, investendo risorse dove servono. Certo c’è ancora tanto da fare, in particolare sul nodo dell’occupazione. Scampia, nonostante i grandi cambiamenti, resta tra i quartieri più poveri d’Europa e la povertà è la polveriera su cui prima o poi possono riesplodere conflitti. Sarebbe per noi un onore poter essere ricevuti da Lei, magari in una delegazione che preveda anche la presenza del sindaco di Napoli, al fianco del quale stiamo portando avanti questa fase del processo, per poterle raccontare più approfonditamente – conclude il Comitato – questa lunga e bella storia e per poter condividere la necessità di continuare a lavorare per scrivere un capitolo veramente nuovo per questo quartiere, per troppi anni calpestato dalla malavita, ignorato da una parte della politica e usato come set di un cinema che sulla vera Scampia non ha acceso alcun faro”.

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