Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Lavoratori, lavoratrici, disoccupati e disoccupate insieme a studentə e giovani della nostra città hanno deciso di ricordare che il 1° maggio non può essere solo la libertà dei turisti di godersi la città di Napoli. Non c’è nulla da festeggiare e tanto per cui lottare.
Scendiamo in piazza per forti aumenti salariali, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per la sicurezza sul lavoro contro la strage di morti quotidiana, per una patrimoniale sulle grandi ricchezze per finanziare il diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, ai trasporti per tutti, per un lavoro stabile e sicuro o salario garantito per tutte e tutti i disoccupati, per il diritto allo studio e ad una formazione libera e gratuita.
Scendiamo in piazza consapevoli che il governo Meloni, in continuità con i precedenti, aumenta le spese militari per partecipare all’escalation militare che dall’Ucraina alla Palestina conferma la tendenza alla guerra generalizzata, conseguenza di un sistema capitalistico che si basa sul profitto di pochi e la miseria della maggioranza che produce la ricchezza. Scendiamo in piazza sapendo che guerra significa tagli alla spesa sociale e ai salari, aumento dello sfruttamento e del controllo sociale.
Per questo, a Napoli, il 1° Maggio noi arriveremo a Confindustria, associazione padronale responsabile dei salti da fame e della mattanza quotidiana delle morti sul lavoro.
Per questo diciamo chiaramente e pubblicamente che il corteo arriverà a Piazza dei Martiri e non accetteremo nessun divieto che persino il 1 maggio voglia sacrificare il diritto a manifestare sull’altare del business turistico, che da anni ha trasformato il centro di Napoli nella capitale dello street food, della speculazione immobiliare e dello shopping compulsivo.
Chiediamo a tutti di partecipare al concentramento del 1° Maggio alle 10:00 a Piazza del Gesù.
Si Cobas Napoli e Caserta