Il 25 febbraio protesta a Santa Lucia contro la Regione che ha ridotto i posti ai semiconvitto

NAPOLI – Si chiama Mari, ha 19 anni ed è nata con la sindrome di Down. La sua mamma ha pubblicato una foto, ma lei ha già un profilo personale, su Facebook e ha raccontato la storia della sua bambina, quella che porterà alla ribalta della cronaca, insieme a quelle di molte altre persone, il prossimo 25 febbraio nel corso di una protesta che si svolgerà a via Santa Lucia proprio sotto il palazzo della giunta regionale . Mia figlia – racconta Teresa Vanni, che vive a Castellammare di Stabia – frequenta un centro di riabilitazione in regime di semiconvitto dove quotidianamente le vengono proposte una serie di attività che le consentono di svolgere una vita dignitosa. Impara a svolgere mansioni domestiche volte a migliorare la sua vita di relazione, qualche ora di ginnastica, attività creative come il giardinaggio, la pittura, la lavorazione della cera. Mari non ha la piena consapevolezza del mondo che la circonda e meno che mai delle leggi”. Le leggi cui fa rifermento la donna sono i decreti 108 e 121 di ottobre scorso con cui Stefano Caldoro, presidente della giunta regionale nonché commissario della Sanità, ha ridotto 1530 posti nei semi convitti e i comuni più colpiti dagli effetti di tali decisioni sono proprio quelli dell’area costiero vesuviana che ricadono nella competenza della Asl Napoli 3. Dunque, dallo scorso primo febbraio, le strutture che si occupano di questi malati non hanno più copertura finanziaria. “A breve – scrive Teresa – calerà il sipario sulla vita di 1530 “Mari” condannate a restare a casa e, per la quasi totalità di queste persone, ciò decreterà la fine della loro vita di relazione extrafamiliare. Tutti i giorni futuri senza avere un impegno, nessuno ad aspettarli”.

Barbara Tafuri

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