La richiesta agli organi preposti di attivarsi per la tutela del giornalista. Tra i firmatari Saviano, Tizian, Gabanelli, Abbate

NAPOLI –  “A quel giornalista gli spacco il cranio”. Così un affiliato alla camorra, parlando col fratello boss carcerato, si riferiva al cronista Nello Trocchia. La frase è stata intercettata ed avrebbe potuto far scattare misure di tutela per il giornalista, autore di inchieste sulla criminalità organizzata. Ma i provvedimenti tardano e scatta la mobilitazione, sul web e non solo. “Io sto con Trocchia” è l’appello lanciato dai giornalisti Giovanni Tizian, Manuele Bonaccorsi, Luca Ferrari e Giorgio Mottola per chiedere un intervento del prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantalone. Per proteggere Trocchia, sarebbe dovuto partite l’iter che prevede la nota della Procura della Repubblica alla Procura generale, che a sua volta invia la documentazione in Prefettura, per la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza, l’organo chiamato a decidere sulle misure di tutela. Ma a due mesi dalla scoperta, a Trocchia non è arrivata ancora una comunicazione ufficiale. Tra i firmatari dell’appello Roberto Saviano, Milena Gabanelli, Peter Gomez e Lirio Abbate. L’iniziativa è diffusa anche tramite una pagina Facebook.

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