L’organizzazione faceva capo a Francesco Criscuolo: i documenti rubati in bianco servivano ad alimentare il mercato dell’immigrazione clandestina

CASERTA – I carabinieri dei Comandi Provinciali di Lecce,  Napoli e Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 20 persone appartenenti ad associazione finalizzata ai furti di armi e documenti d’identità presso gli uffici anagrafe e di polizia locale, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione, contrabbando di T.L.E- e altro (16 in carcere e 4 ai domiciliari), nei comuni di Melito di Napoli, Giugliano in Campania, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Teverola, Frignano.

Le indagini prendono spunto dal furto di documenti d’identità e armi perpetrato a Gallipoli la scorsa estate in danno di quel Comune. Il reato venne consumato il  31 luglio 2014 ed i malviventi impiegarono anche la fiamma ossidrica per aprire l’armadio metallico dove erano custodite 12 pistole Beretta (8 mod. 98 FS cal. 9×21 e 4 mod. 84 FS cal. 9 corto) 150 proiettili cal. 9 corto e 50 cal. 9×21 della Polizia Locale, che rubarono insieme a 1050 carte d’identità in bianco e circa 3.000,00 € in contanti e bolli dall’adiacente ufficio anagrafe.

Dall’esame delle registrazioni dei sistemi a circuito chiuso della zona si rileva il passaggio di tre persone, proprio nell’orario indicato, mentre accedono nel luogo del delitto. Le immagini, data anche la scarsa illuminazione della zona, sono di pessima qualità e quindi non individualizzanti. Pur tuttavia il riconoscimento di una targa di una vettura utilizzata in quella circostanza portava ad escludere l’ipotesi della criminalità locale, facendo convergere le attenzioni a Melito di Napoli dove è operativo un gruppo organizzato – diretto da Francesco Ceiscuolo – specializzato anche in questo tipo di reato, le cui responsabilità saranno accertate anche in ordine al furto di 350 carte d’identità dall’anagrafe di Parabita del 25 agosto 2014, e a quello di 8 pistole e 230 carte d’identità presso gli uffici della Polizia Municipale di Boscotrecase (19 settembre 2014).

Le carte d’identità rubate in bianco finiscono, nella maggior parte dei casi, nelle mani di un altro gruppo malavitoso di matrice straniera, composto da soggetti del Nord Africa, dimoranti anche in Campania, collegati ad albanesi e dediti anche al traffico di documenti falsi, alimentando il mercato dell’immigrazione clandestina. Oltre al furto di Gallipoli, dove sono state rubate 12 pistole, vi è anche quello di Boscotrecase del 19.09.2014, laddove rubano 8 pistole, dai rispettivi Comandi di P.M..

Il contrabbando di sigarette è una delle attività preminenti dell’organizzazione, documentata dalle indagini tecniche e riscontrata anche dal sequestro del 29.9.2014, eseguito dal Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Giugliano in Campania, di 2280 stecche di sigarette di varie marche, a carico di RUSSO Bernardo, arrestato nella circostanza ed inserito nel clan capeggiato da Francesco Criscuolo.

Sono stati documentati numerosi episodi analoghi di furti di documenti, armi, denaro, munizioni, timbri ed altro. In alcuni episodi con il coordinamento sul campo delle varie forze e con la partecipazione diretta dei militari di Lecce, si è proceduto ad arrestare in flagranza i responsabili. Si segnalano, sinteticamente, i seguenti episodi

  1. Il furto di Gallipoli (LE) (31 luglio 2014);
  2. Il furto di Parabita (LE) (25 agosto 2014) 350 carte d’identità in bianco, 180 voucher (ticket per lavori) e 1404,42 Euro in contranti;
  3. Il Furto di Melito di Napoli (NA) presso il magazzino Mergi srl (06 09 2014) detersivi, per il valore di circa 7.000,00€;
  4. Il Furto di Boscotrecase (NA) (19 settembre 2014) 8 pistole, marca Beretta con relative munizioni, 229 carte d’identità in bianco, somme di denaro in contanti, proventi contravvenzionali ed altro;
  5. Il furto di Castel Volturno (CE) (23 settembre 2014) In data 11.10.2014 278 carte d’identità in bianco, 3487,16€ in contanti; 1493 buoni spesa/pasto della società EDENRED ITALIA S.r.l. di Milano per 451,00€; 551 buoni carburante per 20,00€ cadauno per 11.020,00€; 400 buoni con la scritta “campagna di informazione ed educazione socio sanitaria;
  6. Il tentato furto a Santa Marinella (Roma) (7.10.2014) presso Uffici Anagrafe quel Comune;
  7. Il tentativo di furto ad Amorosi (BN) (9 ottobre 2014) La Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita (BN), tempestivamente allertata di un probabile imminente furto presso gli uffici comunali di Amorosi, predispone un servizio con la diretta partecipazione dei militari del Nucleo Investigativo di Lecce ed arresta in flagranza di reato ARULI Carmine, ARULI Pietro e BOTTONE Renato, dopo essere penetrati nell’anagrafe di quel Comune;
  8. Il furto di Casalnuovo (NA) (17 ottobre 2014) due timbri a secco con intestazione di quel comune; 611,75€ in contanti e 271 carte d’identità in bianco. Nell’immediatezza, su indicazioni del Nucleo Investigativo di Lecce, i CC di Melito arrestano per furto BARRETTA Giuseppe ed ALTIERI Rosaria, trovati in possesso di parte della refurtiva (due timbri a pressione del Comune di Casalnuovo) e degli attrezzi utilizzati per compiere l’azione criminosa come la fiamma ossidrica. I due arrestati hanno commesso il furto con la complicità di altri le cui responsabilità emergeranno in maniera netta dalle indagini;
  9. Il furto a Boscotrecase (11 luglio 2014), viene scoperto da attività successiva di riscontro tabulati e modus operandi.

Alcune carte d’identità rubate a Gallipoli, Parabita, Boscotrecase e Castel Volturno sono state trovate in possesso di extracomunitari fermati in Germania, Irlanda, Grecia, Belgio ed Italia. Al momento è stato accertato l’ingresso, con quei documenti, di cittadini siriani, albanesi, palestinesi, iraniani ed afghani. Ciò detto, appare accreditata l’ipotesi dell’esistenza di due canali per il traffico dei documenti: quello che conduce al continente africano, attraverso l’area del Maghreb, per l’immigrazione da quel continente; quello albanese per il traffico di esseri umani dal vicino e medio oriente. Insieme alle carte d’identità, rubate in bianco, individuabili con il numero del poligrafico, per le quali è possibile stabilire il quantitativo con un elevato livello di approssimazione, comunque nell’ordine di alcune migliaia, è stato scoperto anche un’ingente traffico di documenti falsi, impossibili da contabilizzare.

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest