In entrambi i casi i killer ferirono persone estranee alla faida, individuate a caso come bersaglio dimostrativo

ERCOLANO – Sono accusati,  a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentativi di omicidio e favoreggiamento personale aggravati da finalità mafiose. Sono sei i presunti affiliati o contigui al clan Ascione – Papale arrestati, perché ritenuti coinvolti in due tentativi di omicidio in una guerra fra clan, sono state arrestate dai Carabinieri di Torre del Greco in un’operazione scattata all’alba. Le indagini coordinate dalla dda di Napoli ipotizzano che gli indagati siano mandanti ed esecutori di due tentativi di omicidio messi in atto nel 2009 a Ercolano per eliminare un affiliato al clan dei Birra-Iacomino e acquisire il controllo delle attività illecite della zona. In entrambi i casi i mancati killer, non trovando i reali obiettivi dei raid, ferirono persone estranee alla faida, individuate a caso come bersaglio dimostrativo.

LE INDAGINI – Le indagini hanno riguardato il tentato omicidio di Ciro Iacomino e Nicola Cozzolino, avvenuto a Ercolano il 6 gennaio 2009, e l’omicidio di Antonio Uliano, ucciso a Ercolano il 29 gennaio dello stesso anno. Episodio nel quale rimase gravemente ferito Ivano Perrone, totalmente estraneo a contesti criminali. I due episodi sono stati ricostruiti anche grazie ai racconti di alcuni collaboratori di giustizia e sono da ricondursi alla lunga faida tra gli Ascione-Papale e  i Birra-Iacomino.Entrambi gli episodi, secondo quanto emerge dall’ordinanza, maturarono dopo la decisione dei vertici degli Ascione-Papale di eliminare Antonio Uliano, fratello di Ciro, esponente di spicco del clan rivale. Per gli inquirenti, nel primo caso i killer, non trovando la vittima designata, per dimostrare il loro valore e non tornare “a mani vuote”, tentarono di uccidere a colpi d’arma da fuoco Ciro Iacomino e Nicola Cozzolino, notati casualmente per strada ed estranei a contesti di camorra, ma legati da vincoli familiari ad esponenti dei Birra-Iacomino.
Nel secondo caso i sicari rintracciarono Antonio Uliano all’esterno di un bar, ferendolo con armi da fuoco e colpendo alla testa Ivano Perrone, giovane che si trovava per caso nel luogo dell’agguato. A uno solo dei sei indagati è contestata anche la partecipazione ad associazione di tipo mafioso in qualità di organizzatore. Sequestrati un appartamento a Scalea, nel Cosentino, un motociclo e un’automobile.

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