D’Angelo, il ‘manager dei poveri’ candidato sindaco per una Napoli a misura delle persone

L’obiettivo è la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo per la Città

La discesa in campo di Sergio D’Angelo per la candidatura a sindaco di Napoli è stata accolta con entusiasmo in Città soprattutto dalle migliaia di lavoratori, volontari, donne, giovani che ogni giorno affrontano in prima linea i problemi reali delle persone impegnati nelle strutture pubbliche e nelle reti di associazioni civiche e di volontariato, forze ambientaliste e sociali. Il “manager dei poveri” dovrebbe guidare una coalizione di almeno 5 liste con l’obiettivo di favorire la costruzione di un nuovo modello di sviluppo per Napoli, l’area metropolitana, la trasformazione delle periferie.  D’Angelo da ragazzino abitava al Rione Traiano, è cresciuto in un quartiere con la più alta percentuale di disoccupazione e povertà, la sua coscienza, il suo impegno militante, la sua attività e militanza sociale e politica sono state determinate dalle sue condizioni di vita. “La mia candidatura è una sorta di strumento collettivo, a disposizione di chi è disponibile a lavorare da oggi per una metropoli che meriti di essere riconosciuta come una moderna capitale, di uscire dallo stallo in cui è stata ridotta – ha sottolineato D’Angelo – Io non lo so parlare il “politichese”. È un linguaggio che non mi appartiene e che non digerisco, credo di aver sviluppato nel tempo una sorta di insofferenza di fronte alle chiacchiere”.

D’Angelo intende colmare la distanza che con il tempo si è creata tra le persone e la politica. Una distanza alimentata dalle promesse e dalla retorica. L’attuale commissario di Abc preferisce soffermarsi sui problemi reali. “Napoli deve ritornare una città a misura delle esigenze di vita dei bambini, degli anziani, delle donne e degli uomini, prendendosi cura delle persone e degli spazi urbani, potenziando i trasporti e la manutenzione stradale, il verde ed il decoro della città a partire dalle periferie – sottolinea ancora D’Angelo – Andrebbe riorganizzata la macchina comunale e rilanciate le aziende partecipate rimotivando, valorizzando le professionalità dei dipendenti potenziando i servizi nell’interesse della collettività” – evidenzia D’Angelo – I trasporti vanno riqualificati costituendo l’azienda unica regionale dei trasporti costruendo un efficace rapporto di collaborazione istituzionale con il governo di Palazzo Santa Lucia” – puntualizza D’Angelo.

 In merito alla situazione finanziaria del Comune, D’Angelo non usa giri di parole. “È giusto fare luce sui debiti del Comune e sull’enorme difficoltà economica che la città attraversa, sarebbe anche corretto però riconoscere che grosse responsabilità sono da attribuirsi all’abbandono da parte dello Stato: nel 2010 i trasferimenti dello Stato al Comune ammontavano ad oltre 600 milioni, nel 2019 sono scesi a poco più di 300 – sottolinea – l’ex ministro Gaetano Manfredi avanza una richiesta legittima, una norma salva Comune.  Ma se la pone come condizione per candidarsi, getta le basi per intestarsi un merito. La richiesta andava avanzata da candidato in accordo con gli altri candidati.  Se tutti ragionassero come Manfredi si dovrebbe concludere che Napoli è condannata a un destino infame. Invece la candidatura presuppone coraggio e responsabilità”.

Il lavoro, la disoccupazione, la precarietà, punti prioritari del programma di D’Angelo. “E’ necessario un piano straordinario contro disoccupazione e precariato – afferma D’Angelo – Così come è necessario un programma per recuperare e restaurare il centro storico di Napoli dando lavoro ai restauratori, muratori e operatori culturali con il contributo delle forze imprenditoriali e sociali”

Dunque, D’Angelo si presenta come un punto di riferimento oltre il centro sinistra e la politica tradizionale per realizzare un nuovo ed efficace progetto politico e amministrativo ricercando il massimo livello di sinergia con la Regione e il Governo nazionale.

CiCre

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