Coronavirus, De Luca mette “ai domiciliari” tutta la Campania

Ordinanza del governatore, norme molto più restrittive di quelle del governo: vietate anche le passeggiate, permesso solo di portare il cane a fare i bisogni, ma nei dintorni di casa. Ai trasgressori denuncia e quarantena preventiva

Emergenza coronavirus, De Luca “mette ai domiciliari” la Campania, fino (almeno) al 25 marzo. Il governatore firma un’ordinanza più restrittiva, rispetto ai decreti del premier Conte. In Campania sono vietate anche le passeggiate. Ai trasgressori, oltre alla denuncia per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, viene inflitta la quarantena. Anche se si è sani. Un giro di vite senza precedenti. “Con decorrenza immediata e fino al 25 marzo 2020 – si legge nel provvedimento -, su tutto il territorio regionale è fatto obbligo a tutti i cittadini di rimanere nelle proprie abitazioni. Sono consentiti esclusivamente spostamenti temporanei ed individuali, motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute”. Unica concessione: portare fuori il cane, per i bisogni corporali dell’animale. Ma senza allontanarsi dalla propria zona. “Sono considerate situazioni di necessità – spiega l’atto – quelle correlate ad esigenze primarie delle persone, per il tempo strettamente indispensabile, e degli animali d’affezione, per il tempo strettamente indispensabile e comunque in aree contigue alla propria residenza, domicilio o dimora”. Permessa la presenza di un accompagnatore solo in questi casi: “Spostamento per motivi di salute, ove lo stato di salute del paziente ne imponga la necessità; spostamento per motivi di lavoro, purché si tratti di persone appartenenti allo stesso nucleo familiare e in relazione al tragitto da/per il luogo di lavoro di uno di essi”. Maglie strettissime, dunque. Con la minaccia di gravi conseguenze. Non solo la sanzione penale, a norma dell’articolo 650 del codice penale. Ma anche, “per l’esposizione al rischio di contagio del trasgressore”, l’obbligo “di segnalazione al competente Dipartimento di prevenzione dell’Asl e l’obbligo immediato per il trasgressore medesimo di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni, con divieto di contatti sociali e di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza”. Anche la violazione della quarantena “preventiva”, imposta da De Luca, comporta una denuncia alla magistratura. “Costringeremo – afferma De Luca in un videomessaggio sui social – tutte le persone beccate per strada senza motivo a fare la quarantena di 15 giorni obbligatoria, così se vieni beccato fuori casa sei passibile di sanzioni penali. C’è il 90% di cittadini che ha capito che la situazione è seria ma un 10% di irresponsabili che devono essere neutralizzati e messi in condizioni di non nuocere”. Più soft i provvedimenti del governo, col quale il governatore si pone in contrasto.

La retromarcia della Regione. Sull’ultima ordinanza, in serata, si registra una mezza retromarcia della Regione. Il provvedimento escludeva, assieme alle passeggiate, lo sport all’aria aperta. L’attività sportiva, invece, è ammessa da una circolare, emanata due giorni fa dal ministero degli interni. L’evidente cortocircuito Regione-governo scatena dubbi e proteste, soprattutto tra gli sportivi amatoriali. Lo staff di De Luca, allora, specifica all’Ansa: resta la possibilità di fare sport all’esterno, pur rispettando la distanza interpersonale di un metro. Qualche ora prima, però, il governatore aveva sparato a palle incatenate sul Viminale. “Oggi – aveva ringhiato in un video sui social – è vietato passeggiare, ma le misure nazionali non vengono ancora messe in atto dalle forze di polizia e dalla municipale. Da Roma, anche dal ministero dell’interno, sono arrivate comunicazioni sbagliate. È un’idiozia: non si può camminare per strada senza una ragione motivata”. Intanto, tra le forze dell’ordine era già partito il tam tam. Il Tgr Campania, in diretta dal lungomare di Napoli, parla di runners preavvisati dai controlli in divisa: “Da domani non sarà più consentito correre”. Insomma, un gran pasticcio.

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