L’Antitrust irroga una sanzione da 14 milioni
ROMA – Un accordo di cartello, capace di restringere la concorrenza nel settore de trasporti marittimi in Campania. E’ la conclusione dell’Antitrust, che ha stangato le 10 principali compagnie nei golfi di Napoli e Salerno, con una sanzione complessiva di 14 milioni.
Si tratta delle imprese che gestiscono i collegamenti con le isole di Ischia e Capri e con i maggiori centri della costa come Amalfi, Sorrento, Positano, Castellammare e Torre Annunziata, nonché da Napoli con le Isole Eolie e da alcuni porti Laziali con le Isole Pontine. Sanzionata anche l’associazione di categoria Acap (Associazione cabotaggio armatori partenopei), insieme agli altri organismi comuni creati nel tempo dagli stessi armatori (CLMP e Gescab). Il provvedimento colpisce NLG, Alilauro, Alicost, Alilauro Gruson, Medmar Navi, SNAV , SMLG, CLMP, Gescab e ACAP. Sulla base di numerose segnalazioni dei consumatori, e con la collaborazione della Guardia di Finanza (Gruppo Antitrust – Nucleo speciale Tutela Mercati), l’Autorità ha accertato che NLG, Alilauro, Alicost, Alilauro Gruson, Medmar Navi, SNAV avrebbero violato gli impegni assunti e resi obbligatori con delibera del 2009, replicando nella società denominata Gescab le attività di coordinamento illecito già realizzate in precedenza attraverso il Consorzio linee marittime partenopee (CLMP)
Secondo il Garante, dal 1998 a oggi, gli operatori e in misura minore SMLG, hanno continuato a coordinarsi fra loro, anche attraverso l’attività del CLMP, di ACAP e di Gescab, in tutti i principali aspetti commerciali e operativi. E hanno adottato, infine, un regolamento per il “biglietto unico” che dovrebbe permettere all’utente di imbarcarsi senza oneri anche sul mezzo di un altro vettore, ma che in realtà non ne rende possibile l’utilizzo. Un patto fra le compagnie che avrebbe realizzato un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza. Un accordo vietato dalle norme, basato su uno scambio sistematico di informazioni sensibili. Le imprese si sarebbero accordate per ripartirsi costi e ricavi secondo quote storiche predefinite e non in base all’attività effettivamente svolta. Sia l’inottemperanza agli impegni sia l’intesa restrittiva risultano tuttora in corso.
(Foto www.alilauro.it)