La relazione del procuratore regionale della Corte dei conti all’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Danni da America’s cup e gestione Bagnolifutura”

NAPOLI – Ancora sprechi, ancora partecipate-carrozzoni che accumulano perdite, nonostante le promesse di tagli e il mantra della spending review. Contro gli enti locali in Campania punta il dito Tommaso Cottone (nella foto), procuratore regionale della Corte dei conti, nel corso della sua relazione all’apertura dell’anno giudiziario. “Gli obblighi di dismissione e scioglimento delle società partecipate in perdita degli enti territoriali sono, ad oggi, rimasti, in pratica, lettera morta”. Le perdite delle partecipate ammontano ad oltre 24 milioni di euro. Tra le 20 società partecipate che presentano le maggiori perdite figurano “in allarmante posizione sia la Astir spa della Regione Campania, che la società Napoli Spa del Comune di Napoli”. Il capitolo sperperi non è da meno. La magistratura contabile mette sotto la lente la vicenda della Mostra d’Oltremare che a causa della “irrazionale tipologia di ideazione grafica e numero di copie ordinate per la pubblicazione annuale del bilancio d’esercizio societario – spiega Cottone -, nel periodo 2003-2009 ha arrecato un danno di 174mila euro”. “Altra fattispecie d’interesse – aggiunge il procuratore – ha riguardato la gestione dell’evento America’s Cup da parte di Bagnolifutura”. In questo caso il danno ipotizzato è di 480mila euro, trattandosi di attività non compresa nell’oggetto sociale.

FALSI INVALIDI –  La relazione di Cottone sottolinea, tra le altre cose, le 5543 posizioni di invalidità civile irregolari  scoperte in Campania l’anno scorso.

POMPEI – A due giorni dal sequestro di beni per 6 milioni all’ex commissario Fiori, la vicenda Pompei è uno dei passaggi più significativi affrontati dal procuratore. E’ un “caso emblematico” sul quale “stiamo ancora indagando e verificheremo le ulteriori azioni da compiere” spiega Cottone. Un’indagine “antica, che nasce prima della grande attenzione sollevata sul sito”, ricorda Cottone, che parla di “fenomeni di mala gestio nel settore dei beni culturali”, citando tra i casi anche il sito archeologico.

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