Il governatore non si lascia intimidire dalla campagna di strumentalizzazione orchestrata dal centro destra
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca non si lascia condizionare dalle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore dagli uomini del centro destra e dalla stessa presidente del consiglio Giorgio Meloni che hanno strumentalizzato una battuta ironica del governatore “sui vip scelti dalla Meloni per promuovere il premierato”
Commentando gli ospiti del convegno organizzato dalla presidente del Consiglio per illustrare il suo progetto di riforma istituzionale, De Luca aveva proclamato al popolo dei follower: “È stato un momento di commozione vedere la Meloni che presenta il suo progetto a noti costituzionalisti, fra i quali ho notato in particolare Iva Zanicchi, Pupo. C’era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili“.
La prima a rispondere è stata proprio la premier, che ha accusato il governatore di aver deriso don Patriciello “un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”. Così facendo, ha aggiunto Meloni, De Luca “dà un segnale spaventoso”.
Il governatore, però, non ha fatto una piega diffondendo una nota molto articolata replicando colpo su colpo
“In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali – evidenzia il presidente della Regione Campania. Mi aspetterei che il presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali“.
De Luca si sofferma ancora sulle posizioni assunte dal parroco di Caivano. “Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia – sottolinea De Luca – E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta. Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro. Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio – conclude De Luca – ma sul piano improprio della politica politicante”.
Alcune domande sorgono spontanee: un parroco non dovrebbe mantenere un minimo di autonomia dai partiti, dai governi e dalle istituzioni? Non è anomala, imbarazzante, la presenza del prete di Caivano ad un meeting promosso dal centro destra? Sommessamente ci permettiamo di evidenziare una confusione di ruoli e funzioni.
CiCre