Una norma varata nei giorni dello scoppio dell’epidemia che in sostanza avrebbe consentito ai privati di ottenere introiti pur in assenza di posti letto realmente utilizzati.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca nella bufera per i finanziamenti alle cliniche private per l’utilizzo dei posti di terapia intensiva per fronteggiare i contagi da coronavirus. In corso indagini della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza. Indagini aperte a seguito di un esposto presentato da un gruppo di senatori del Movimenti 5 Stelle. “A fine marzo la Regione Campania aveva stipulato un accordo di tre mesi con le cliniche private finalizzato a supportare la sanità pubblica che non possedeva un numero di posti in terapia intensiva sufficiente a fronteggiare una eventuale ondata di contagi da coronavirus. Accordo finito al centro di una inchiesta aperta dalla Corte dei Conti, in seguito alla segnalazione di una Asl campana che aveva spinto la procura all’apertura di un fascicolo poi inoltrato anche alla Guardia di finanza. Su questo tema, come rappresentanti del Movimento 5 stelle, presentammo un esposto in procura” – spiega in una nota, la senatrice campana del Movimento 5 Stelle Maria Domenica Castellone, componente della Commissione Igiene e Sanità del Senato.
“L’accordo stipulato dalla Regione stabiliva il pagamento, ogni 30 giorni, del 95 per cento del budget mensile già assegnato nel 2018 a ogni struttura privata, senza rendicontare le attività e le prestazioni realmente eseguite, nonostante nel decreto cura Italia il budget da rimborsare fosse stato fissato al 70 per cento. Sulla vicenda – aggiunge Castellone – ho anche presentato una interrogazione in Senato, chiedendo al ministero della Salute di procedere ad appropriate verifiche e dovuti approfondimenti. Dopo tre mesi di indagini serrate condotte dal vice procuratore Licia Centro e dal sostituto procuratore Davide Vitale, la Guardia di finanza ha scoperto un danno erariale di quasi 20 milioni di euro: soldi pubblici finiti nelle casse di 56 cliniche private, che pur non avendo ricoverato pazienti e prestato cure, hanno ugualmente ricevuto rimborsi. I punti oscuri sulla gestione dell’emergenza Covid erano stati messi in luce anche da Report”. “Oggi dunque constatiamo che ancora una volta una amministrazione regionale inefficiente ha utilizzato questa emergenza per danneggiare ulteriormente il bilancio di una sanità pubblica che e’ già al collasso, favorendo gli interessi privati a danno del diritto alla salute dei cittadini. Il che ci mostra qual è la via da intraprendere nel prossimo futuro, dove più spazio deve necessariamente essere occupato dalla centralità dello stato”, conclude Castellone