Sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil Cisl Uil
Sottoscritto un accordo tra la Regione Campania, le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil per l’assorbimento dei dipendenti delle cooperative sociali del Consorzio Gesco che lavorano in appalto per l’Asl Napoli 1.
Una quota di posti sarà riservata a questi dipendenti esternalizzati nei concorsi che si terranno presso l’azienda sanitaria, e successivamente presso le altre 6 strutture della Campani. Entro la fine del mese si avrà il quadro complessivo del fabbisogno occupazionale, e si avvierà il percorso per le relative procedure.
Alla riunione in Regione erano presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’Asl Na1 Ciro Verdoliva, i responsabili del Terzo Settore di Fp Cgil Marco D’Acunto, Cisl Fp Vincenzo Migliore e Uil Fp Vincenzo Torino, il presidente dell’ATI Gesco Giacomo Smarrazzo e, per la Direzione generale Salute della Giunta, Gaetano Patrone e Ugo Trama.
La vertenza è nata in seguito alla mancata applicazione della mozione approvata lo scorso febbraio dal Consiglio regionale, con cui l’assemblea ha recepito la legge 234 del 2021, che decise la destinazione della riserva del 50% dei posti messi a concorso agli operatori del Terzo Settore utilizzati in esternalizzazione durante il Covid.
“Abbiamo messo in campo una forte mobilitazione – dice il leader della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli Luigi D’Emilio – delle diverse figure socio sanitarie, a partire dagli infermieri, per realizzare un atto di giustizia per i circa 600 lavoratori impegnati da oltre un decennio, nelle diverse strutture di Napoli e provincia, ad assicurare i servizi ai cittadini, senza alcuna certezza per il futuro nonostante una legge dello Stato, una decisione del massimo organo legislativo della Regione e una carenza spaventosa negli organici di personale qualificato e con esperienza maturata sul campo. L’intesa odierna avvia a soluzione il problema. Ora auspichiamo che si proceda rapidissimamente per porre fine ad una vicenda senza senso, che si trascina ormai da anni in attesa di una soluzione conveniente per tutti, per i lavoratori e per le strutture sanitarie della città e dell’intero territorio provinciale, e per soddisfare la domanda di salute dei cittadini”.
La decisione assunta dalla giunta regionale della Campania di internalizzare i servizi e di non indire più le gare d’appalto per l’affidamento delle attività ha provocato effetti devastanti per Gesco sul piano economico e occupazionale.
Negli ultimi 30 anni, le Cooperative Sociali e il Terzo Settore hanno avviato una collaborazione stretta e proficua con il mondo della Sanità Pubblica, occupando spazi che il sanitario puro non poteva riempire, iniziando forme di cooperazione integrata fra gli interventi, valorizzando e potenziando la presa in carico del paziente, attivando e coinvolgendo il contesto sociale di riferimento.
Un esempio ne sono le sperimentazioni di lavoro integrato che, a Napoli, hanno generato, ad esempio, il Progetto “Aleph”, della USL 39 di Soccavo o del centro “Aquilone” di Miano, cui hanno fatto seguito ben presto tante esperienze territoriali che hanno avuto il merito di affrontare la sofferenza delle persone insieme al riscatto del tessuto sociale e dei luoghi (a volte complessi) dove operano ancora oggi: Scampia, Ponticelli, Soccavo, Sanità, Poggioreale, Pianura, Secondigliano e in molte altre parti della città si sono radicate esperienze importanti introno ai servizi socio-sanitari della ASL, dove la cooperazione sociale ha contribuito a generare opportunità di inclusione, rammendare le lacerazioni sociali e costruire protagonismo delle persone e delle loro famiglie.
Tutto ciò ha rappresentato un reale investimento in professionalità educative e riabilitative mettendo a disposizione degli utenti tanto la funzione pedagogica e socio-sanitaria, quanto le competenze e le capacità di promuovere inclusione sociale e lavorativa, di cui hanno pienamente beneficiato il servizio pubblico e i suoi fruitori finali.
Ciro Crescentini