Camorra, preso il superlatitante Marco Di Lauro

Il boss di Secondigliano era  il secondo più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro. Ricercato dal 2005, un’operazione di Polizia e Carabinieri lo ha stanato a Chiaiano

Camorra, preso il super latitante Marco Di Lauro, ritenuto dal Viminale il secondo più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro. Il boss di Secondigliano era ricercato dal 2005.  A stanarlo un’operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, in un appartamento di via Scaglione a Chiaiano, periferia nord di Napoli. Non era armato e non ha opposto resistenza. Di Lauro è stato condotto in questura a bordo di una auto civetta della Polizia di Stato, sorvegliata da un elicottero. Abbracci tra gli agenti che hanno partecipato all’operazione.

 

CHI È L’EX IMPRENDIBILE. Marco Di Lauro era braccato da 14 anni. Tutto era cominciato il 7 dicembre 2004, nel pieno della prima faida di Scampia. Sfuggì ad un maxi-blitz, passato alla storia come “la notte delle manette”. Quel 24enne, figlio di Paolo Di Lauro, sarebbe divenuto proprio l’erede del boss Ciruzzo ‘o milionario. Oggi è lui, ormai 38enne, a comandare sulla cosca di Cupa dell’Arco. L’epicentro di una guerra da decine di morti, di tre faide lungo un decennio, il sangue come sfondo dell’area tra Secondigliano e Scampia. Marco Di Lauro era ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso e diversi altri reati. Dal 17 novembre 2006 le ricerche erano estese in campo internazionale, con il sospetto fondato di frequenti spostamenti oltreconfine. Dubai, Grecia, Slovenia e Francia. In Francia i Di Lauro hanno forti investimenti immobiliari.

 

Nel libro mastro della droga, gli scagnozzi indicavano Marco con la sigla F4, dove F sta appunto per figlio del boss. Dal genitore ha preso l’arte di camminare sotto traccia. Lontano dallo stile maledetto del fratello Cosimo, uno che amava sfoggiare look da divo del cinema, prima di finire seppellito al 41 bis anche lui. Marco sfruttava il talento di calciatore per affiliare giovanissimi al clan di famiglia. Ma il potere cresceva, di anno in anno, sempre trascorso alla macchia. Dal luglio di 6 anni fa si interessavano a lui gli 007 americani, per presunti affari a New York. E più passava il tempo, più la realtà veniva mescolata alla leggenda, spesso ad arte. I summit in una villa nel Vesuviano, il legame con una donna vicina a un clan di Torre Annunziata. Un intervento di plastica facciale. Due volte gli investigatori furono sul punto di acciuffare il quarto figlio di Ciruzzo ‘o milionario: a dicembre 2016 e a marzo 2017. Ma lui si sottrasse ancora, dall’appuntamento con lo Stato, accrescendo la fama di inafferrabile. Un falso mito appartenuto pure al padre, prima di essere scoperto nel 2005 in un anonimo covo a Secondigliano, sempre dietro casa. Come il papà-capoclan, anche Marco Di Lauro oggi non era armato e non ha opposto resistenza. Lo hanno portato in questura su un’auto civetta della Polizia, sorvegliata da un elicottero, tra applausi della folla e agenti che si abbracciavano. Lo Stato ha vinto, lo Stato alla fine vince sempre. Non è proprio così, ma ogni tanto dobbiamo crederlo.

 

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