Affittopoli, parla Fucito: “Assalto mediatico da giornali di Caltagirone, strane coincidenze”

L’assessore al patrimonio del Comune di Napoli: “Campagna contro l’amministrazione condotta da testate dell’editore proprietario di alcuni suoli di Bagnoli. Lo stesso editore che collabora con  l’ex gestore privato del patrimonio comunale”

Le questioni riguardanti la gestione degli immobili e il patrimonio comunale, il ruolo assunto dal precedente gestore privato, la campagna orchestrata dai giornali del gruppo Caltagirone, sono argomenti e temi affrontanti nel corso di un’intervista concessa a Il Desk dall’assessore al patrimonio del Comune Alessandro Fucito.

 
Assessore, la gestione del patrimonio comunale è finita nell’occhio del ciclone…
“Negli ultimi mesi assistiamo ad un assalto mediatico da parte dei giornali del gruppo Caltagirone. Ho grande rispetto per il diritto di cronaca e il ruolo fondamentale della stampa cittadina, nazionale e degli operatori dell’informazione, ma emergono strane coincidenze”.
Strane coincidenze?
“E’ curioso, strano che la campagna viene condotta da giornali diffusi a Roma e a Napoli di proprietà di uno stesso editore. Curioso che l’editore è anche proprietario di alcuni suoli di Bagnoli. Curiosa è la collaborazione tra questo editore e l’ex gestore privato del patrimonio del comune. Sono curiosi i servizi giornalistici pubblicati dal giornale dell’editore-cementiere riscoprendo casi dell’epoca trascorsa, senza rilevare un solo caso recente. Certo, negli articoli velatamente si sostiene che non è colpa dell’attuale amministrazione comunale ma i titoli sono ambigui, lasciano trasparire nostre responsabilità”.
La gestione del patrimonio immobiliare, appartamenti di lusso affittati ad amici e parenti ‘stracciati’. Napoli come Roma?
“Il patrimonio di Roma è un patrimonio di edilizia pubblica che comprende anche beni ministeriali assoggettato all’Erp, all’edilizia residenziale pubblica e quindi possibile fittare a prezzi bassi. A Napoli questo patrimonio non esiste più. Gli immobili di pregio, le case di lusso sono state acquistate nel 2007. Tante ubicate nelle zone residenziali di Napoli. Se scempio c’è stato, qualcuno dovrebbe dire qualcosa su come avvennero le vendite, i prezzi, a chi furono affittati e venduti gli appartamenti e in base a quali criteri. Insomma, bisognerebbe indagare sulle prime dismissioni, per esempio, sui primi appartamenti venduti a Posillipo”.
Segnalati alcuni casi di affitti a prezzi stracciati a Posillipo
“A Napoli solo a 12 persone sono stati affittati appartamenti di pregio. I dodici casi derivano dalla delibera 3247 del 2000 approvata dalla giunta Bassolino-Marone. Quella delibera ha sancito che a le case di lusso, del patrimonio comunale disponibile, ubicate nelle zone di lusso, erano considerate al pari degli alloggi dell’edilizia popolare e potevano essere affittate con canoni sociali a persone indigenti, sfrattate, bisognose. Quindi abbiamo scoperto che a via Posillipo 166 è stato affittato un appartamento ad una persona con quattro figli e due diversamente abili. Persone indigenti che non sono nelle condizioni di sborsare 700 euro al mese. Non comprendo le polemiche. Dobbiamo impedire alle famiglie povere o indigenti di risiedere in immobili comunali a Posillipo? Il quartiere di Posillipo non appartiene ai ricchi o agli esponenti della borghesia”.
Segnalati anche edifici comunali abbandonati…
“Siamo stati i primi ad inserire gli edifici abbandonati, privi di manutenzione nei piani di riqualificazione richiedendo adeguate risorse per riconvertirli. Il solito giornale di proprietà del solito editore ha scoperto situazioni risalenti a vent’anni fa. La scoperta dell’acqua calda. Gli edifici sono abbandonati per la carenza di una seria ed efficace manutenzione, la mancanza di un’adeguata gestione, l’assenza di politiche di riconversione degli immobili”.
Il patrimonio comunale alcuni anni fa era gestito da società privata che doveva garantire anche la manutenzione. Quante risorse pubbliche ha incassato per la manutenzione?
“Dai nostri bilanci ci risulta che nel 2010 sono state liquidate, riconosciuti alla Romeo, 50 milioni di euro per la gestione complessiva del patrimonio. Nel 2011, 45 milioni. Nell’anno 2014 abbiamo rilevato il monte costi complessivo in 25 milioni, quindi scorgiamo una differenza di 25 milioni. Questa differenza è spiegabile nel costo della manutenzione straordinaria, la competenza gestionale e la filiera di affidamenti che erano collegati al contratto originale che di volta in volta si andavano a determinare”.
E’ possibile fare qualche esempio?
“Basta pensare che vi era un compenso di 500 mila per la sola gestione del Polifunzionale Soccavo al cui interno, tanto per parlare della cosiddetta ottima gestione, non vi era divisioni dei contatori e operava un’azienda che non aveva pagato un centesimo o dal 2007 ad oggi. Dopo le nostre intimazioni al tribunale, probabilmente si arriverà ad una transazione per un milione 700 mila euro”.
Quanti contenziosi legali sono stati lasciati dal gestore privato?
Gli avvocati del precedente gestore hanno lasciato 8 mila contenziosi. Voglio essere più preciso. Il pagamento delle fatture, delle spese legali erano a carico dei cittadini inadempienti. Quando ciò non era possibile, perché i cittadini versavano in gravi condizioni sociali ed economiche, le fatture le pagava il Comune. Gli avvocati venivano pagati in base al minimo tariffario. Significativa la lista dei circa 100 avvocati che difendevano il gestore, brillavano le presenze di figli di magistrati, del nipote del prefetto, di segretari di partiti politici. La lista dei legali veniva scelta dal gestore, rientrava tra le sue prerogative. Oggi, Napoli servizi, l’azienda partecipata che gestisce il patrimonio pubblico ha pubblicato una lista degli avvocati di fiducia accessibile a tutti, continuamente aggiornata”.
Un bilancio sulle funzioni e le attività di Napoli Servizi
“Rivendico a pieno l’organizzazione e lo schema di Napoli Servizi. Un’azienda pubblica che ha qualificato, valorizzato il lavoro del suo personale. Un’azienda che non sperpera denaro e riesce a fare ciò che il Comune gli riconosce. Un ottimo modello aziendale. Tutte le decisioni e le scelte aziendali sono sottoposte al controllo analogo. Incassa il comune e non il gestore. Inoltre, è stato introdotto un sistema di regole che impedisce l’ aumento dei costi e le perdite economiche e non sono previsti provvigioni o bonus in caso di dismissioni”.
Oggi come viene effettuata la manutenzione degli immobili comunali?
“La manutenzione viene garantita da Napoli Servizi. Gli operatori dell’azienda partecipata intervengono subito. Ovviamente bisogna tenere conto dell’alto numero di richieste d’intervento dovuto alle criticità elevata in cui versano centinaia di case. Nel passato, la manutenzione non è mai stata effettuata. Oggi gli interventi vengono effettuati con un costo del 50 per cento in meno rispetto al passato. E il comune ritorna a fare in proprio la manutenzione straordinaria. I tecnici comunali torneranno a svolgere un ruolo attivo, si occuperanno di progettazione, direzione lavoro e controllo della spesa. Abbiamo bandito gare per 3 milioni 800 mila euro. Alle gare hanno partecipato 180 aziende”.

Ciro Crescentini

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