Via al G7 dei potenti, domani corteo per contestarne le politiche

La cerimonia inaugurale al Teatro Greco. Poi il confronto politico su un’agenda molto ampia sulla quale restano divisioni di vedute tra alleati europei e gli Usa. Gli organizzatori della contromanifestazione: La riunione è la rappresentazione politica di una diseguaglianza globale spaventosa per la quale pochissime persone concentrano nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta nel nostro pianeta”

Via al G7 di Taormina, i potenti della terra si riuniscono tra imponenti misure di sicurezza. La cerimonia inaugurale al Teatro Greco. Poi il confronto politico su un’agenda molto ampia sulla quale restano divisioni di vedute tra alleati europei e gli Usa, in particolare sul clima e il commercio, mentre sulla lotta al terrorismo c’è una maggiore unità di intenti. A fare gli onori di casa Paolo Gentiloni, al suo primo G7 da premier. Ma a tenere banco è anche l’annunciata contestazione dei movimenti, che domani sfileranno  in corteo sul Lungomare di Giardini-Naxos a ridosso della zona rossa, con il non celato obiettivo di violarla. “La riunione dei cosiddetti “sette grandi” – affermano gli organizzatori del corteo – è la rappresentazione politica di una diseguaglianza globale spaventosa per la quale pochissime persone concentrano nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta nel nostro pianeta”. I movimenti contestano “le politiche economiche dei sette grandi” che “spingono sempre più persone nella povertà e distruggono il sistema di garanzie sociali conquistate in occidente con decenni di lotte”; “la guerra ai migranti, quella strategia criminale finalizzata ad impedire a chi vuole conquistare una possibilità di vita per sé, per le proprie famiglie e per le proprie comunità di farlo”. “Ci saremo – aggiungono -per opporci alla svolta razzista, xenofoba e maschilista che la figura di Trump (sarà la sua prima vera apparizione sulla scena globale) rappresenta. Saremo in piazza perché pensiamo che la tecnologia vada utilizzata per migliorare la condizione di vita delle persone e non per mettere in atto sistemi di controllo sociale che mimetizzano dietro le espressioni “smart city” e “cybersecurity” e perché vogliamo difendere il pianeta dalla distruzione ambientale cui il sistema economico ci sta conducendo, nonostante le tesi negazioniste tendano a nasconderlo”. Insomma “il 27 maggio sfileremo in corteo per rivendicare il sacrosanto diritto di dire la nostra, di portare in piazza i nostri contenuti e, attraverso questo, di rivendicare il diritto all’autodeterminazione”.

(Foto Palazzo_Chigi/twitter)

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