Una legge per tutelare i beni di proprietà collettiva e il futuro delle nuove generazioni

Presentata l’iniziativa popolare del Comitato Rodotà

Un’azione popolare urgente che riporti al centro del dibattito la difesa dei beni comuni e delle generazioni future in ottica ecologica. Questo lo scopo del comitato che prende il nome dello scomparso giurista Stefano Rodota’.
“Raccogliamo firme per portare a buon fine il lavoro di Stefano Rodota’ riprendendo il disegno di legge sui beni comuni, sociali e sovrani”, ha detto Luigi di Giacomo del comitato Rodota’, nella sala Giorgio Nugnes del comune di Napoli. Ma cosa sono i beni comuni? Secondo il pensiero dei promotori del comitato sono servizi ad interesse generale, essenziali per garantire il benessere di tutti come acqua, territorio, sanita’, scuola e infrastrutture. Questi beni non possono essere utilizzati, venduti o amministrati per il beneficio di pochi ma, poiche’ appartengono a tutti in egual misura, devono essere usati da tutti ma soprattutto devono essere gestiti con politiche di conservazione e di gestione collettiva. Le politiche devono passare necessariamente attraverso una revisione del codice civile andando ad individuare oltre alle categorie classiche di beni pubblici e privati, la categoria dei beni comuni che si realizza con ‘beni ad appartenenza pubblica necessaria’, non svendibili come le spiagge, le foreste, gli acquedotti e altre infrastrutture; ‘beni pubblici sociali’ quindi le utilita’ essenziali della persona come l’abitazione e la scuola; ‘beni pubblici fruttiferi’ che comprendono tutti gli altri che non rientrano nelle precedenti categorie. Questo obiettivo, per i promotori del comitato, puo’ essere raggiunto in due modi: raccogliere un milione di firme, piu’ delle 50 mila necessarie per la proposta d’iniziativa popolare. L’obiettivo e’ anche costruire una rete permanente ad azionariato diffuso ovvero una cooperativa di mutuo soccorso tra generazioni per diffondere una cultura ecologica e garantire cosi’ il futuro di tutti. Questo e’ quella che si propone di fare ‘Generazioni Future’. “Si e’ cittadini solo se vi sono servizi pubblici. Altrimenti non e’ cittadinanza ma sudditanza– ha detto Alberto Lucarelli, professore di diritto costituzionale alla Federico II e vicepresidente del ‘Comitato Rodota”- I beni comuni sono principalmente beni ambientali e beni culturali. Parlarne qui nelle istituzioni penso sia molto importante per iniziare un discorso ampio”. Un dibattito interessante. Significativo l’intervento di Francesco Miragliuolo, vice segretario dei giovani democratici: “La politica ha il dovere di fornire risposte concrete ai bisogni dei cittadini e dei più deboli, l’anarchia economia del neo liberismo è fallita e con essa falliranno anche coloro i quali propugnano un modello di disuguaglianza e sperequazione salariale, perché il mondo sta prendendo coscienze che lo sviluppo umano deve essere posto prima della crescita sfrenata del PIL!”. Articolato l’intervento di Giuliana Quattromini, giuslavorista napoletana: “Molti beni comuni cittadini sono allo sfascio, in atto processi di esternalizzazione e di privatizzazione, violati i diritti dei lavoratori. La situazione determinatasi alle Terme di Agnano è vergognosa, verbali di conciliazione imposti alle maestranze con il ricatto dei licenziamenti, demansionamenti, tagli salari”. Il prossimo incontro con il professor Lucarelli sui beni comuni e il loro ruolo nella sostenibilita’ ambientale si terra’ il 19 giugno presso il dipartimento di Agraria della Federico II organizzato dagli studenti dell’ateneo federiciano.

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