
La democrazia è poco esercitata in un Paese che tutti incensano come esempio dei valori occidentali, chi si oppone viene represso o perseguitato
Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato la decisione di sospendere l’attività di 11 partiti, fra questi c’è la Piattaforma d’opposizione – Per la Vita, uno dei maggiori partiti filo-russi rappresentato nel Parlamento di Kiev. Ci sono poi il Blocco d’Opposizione, il Partito di Shariy, Nostro, Opposizione di Sinistra, Unione delle Forze di Sinistra, Stato, Partito socialista progressista ucraino, Partito Socialista dell’Ucraina, Socialisti, e Blocco Vladimir Saldo. In sintesi, il presidente-comico ha cancellato l’opposizione.
E non solo. Il candidato premio Nobel ha approvato un decreto che accorpa le televisioni in un’unica piattaforma per attuare “politica d’informazione unificata”.
L’Ucraina, che ora viene presentata dai mass media occidentali come il bastione delle democrazie contro il despota russo, da tempo ha messo al bando buona parte delle forze di opposizione. È dal 2015 che ogni attività è proibita al Partito Comunista ucraino, dopo l’approvazione di una legge che equipara comunismo e nazismo.
I comunisti, i socialisti e le sinistre in Ucraina sono fuorilegge da tempo, i loro militanti vengono arrestati e fatti sparire. A volte finiscono nelle camere di tortura dei battaglioni nazisti. La legge marziale non solo impone a tutti i maschi dai 16 ai 60 di non lasciare il paese e di essere a disposizione dell’autorità militare, ma autorizza ogni forza armata ad agire verso i cittadini nel nome della sicurezza dello stato. Le persone sospette di essere filo russe sono considerate spie e sabotatori, basta una denuncia anonima e miliziani e poliziotti colpiscono.
Intanto, le forze armate e paramilitari che combattono sotto le bandiere ucraine sono infestate da neonazisti dichiarati.
La democrazia è poco esercitata in un Paese che tutti incensano come esempio dei valori occidentali, chi si oppone viene represso o perseguitato.
CiCre