Sorrento, il chiostro del Comune vietato ai matrimoni gay

Il sindaco di Sorrento si comporta come un rappresentante del Vaticano

Il chiostro di San Francesco, uno dei siti più visitati di Sorrento è stato vietato ai matrimoni gay. Il divieto è stato imposto dal Comune, proprietario dell’immobile.  E si scatena la polemica. Nell’occhio del ciclone è finito il sindaco Giuseppe Cuomo. A chiedere la disponibilità del chiostro per il matrimonio era stato Vincenzo D’Andrea,  27 anni napoletano residente a Roma, e il suo compagno Beto, colombiano. “Benché il chiostro sia proprietà del Comune è un luogo attiguo al monastero francescano e non mi sembra opportuno celebrare lì questo tipo di unione – ha commentato il sindaco Cuomo – Abbiamo però espresso la nostra piena disponibilità per altri siti abitualmente utilizzati per nozze civili, come il Museo Correale, Villa Fiorentino o lo stesso municipio», ha precisato il sindaco. Vincenzo D’Andrea però non ha accettato la controproposta. “Noi ci siamo rivolti allo Stato, il Comune di Sorrento fa parte dell’Italia e non del Vaticano. Ci eravamo informati prima, lì si celebrano tantissimi matrimoni civili e non religiosi, perché a noi è stato vietato? Rivendichiamo gli stessi diritti degli altri cittadini – ha replicato D’Andrea. Vincenzo e Beto si uniranno civilmente il 25 luglio a Villa Fondi, nel vicino comune di Piano di Sorrento. Ma non vogliono che il ‘no’ ricevuto passi sotto silenzio. “La battaglia deve andare avanti, per gli altri”

 

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