
Finanziamenti erogati a fondo perduto
Blitz della Guardia di Finanza di Salerno contro faccendieri e imprenditori-truffatori che hanno incassato irregolarmente contributi pubblici a fondo perduto stanziati nell’ambito dell’emergenza Covid.
I militari delle fiamme gialle hanno segnalato gli amministratori di una società che aveva illecitamente percepito oltre 30mila euro.
I finanziamenti previsti dal decreto Rilancio per sostenere i tanti professionisti ed imprenditori colpiti dalla crisi economica post-pandemia. consistono nell’erogazione di una somma di denaro – senza obbligo di restituzione – commisurata alla diminuzione di fatturato subita a causa dell’emergenza epidemiologica. Nel mirino della Guardia di Finanza della Compagnia di Cava de’ Tirreni, coordinati dal sostituto Davide Palmieri, sono finiti un commercialista e i due titolari di un’impresa del settore edile, che erano riusciti ad ottenere il beneficio certificando minori introiti per l’anno 2020.
Per far risultare tali “perdite”, i tre indagati, tutti di origine cavese, avevano fittiziamente documentato ricavi relativi al 2019 nettamente più alti, utilizzando a questo scopo una fattura falsa, emessa per un importo superiore a trecentomila euro.
Grazie agli accertamenti bancari, è stato tra l’altro appurato che il materiale ideatore della frode era il consulente fiscale, tenutario delle scritture contabili, a favore del quale sono risultati diversi bonifici mentre il formale rappresentante della società era, nei fatti, un mero “prestanome”, allo stato irreperibile. I militari hanno inoltre ricostruito le modalità di trasferimento e reimpiego del denaro illegalmente ricevuto dallo Stato, investito in attività economiche comunque riconducibili alla stessa impresa di costruzioni.
Al termine delle indagini, su disposizione della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, diretta dal Procuratore Antonio Contore, i finanzieri hanno così proceduto al sequestro di liquidità e titoli, nella disponibilità dei responsabili e della società , per un valore complessivo di circa 55mila euro corrispondenti all’intero contributo indebitamente percepito.