Rogo impianto rifiuti, ministro Costa: “la camorra fa schifo, non ci inginocchiamo”

Rafforzati i presidi e la vigilanza dei siti, arriveranno a Caserta e Napoli 100 carabinieri esperti in indagini ambientali

Da prima dell’estate sono troppi gli incendi sospetti che stanno colpendo impianti di gestione e distoccaggio dei rifiuti in Campania e in altre città italiane.  Evidenti atti di terrorismo ambientale di matrice camorristica.  Messaggi intimidatori contro lo Stato. Lo Stato risponde promuovendo una riunione del consiglio dei ministri tra le province di Napoli e Caserta per assumere provvedimenti importanti.

Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa è stato lapidario: “Se qualche criminale ritiene di mettere in ginocchio lo Stato ha sbagliato palazzo. Non lo consentiremo” – ha detto Costa a Santa Maria Capua Vetere   durante un sopralluogo nello stir dove ieri sera è scoppiato un vasto incendio. Nel pomeriggio Conte ha partecipato ad una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza presso la Prefettura di Caserta.  Il ministro, che ieri ha parlato di una “precisa strategia criminale” dietro ai roghi che si stanno verificando con frequenza in impianti di trattamento rifiuti della Campania, usa parole forti contro la criminalità organizzata. “La camorra fa schifo – ha sottolineato il titolare dell’Ambiente – e fanno schifo tutti quelli che aiutano la camorra. Ma non ci inginocchiamo, non si torna indietro all’emergenza di 20 anni fa”. “Presto arriveranno a Caserta e Napoli 100 carabinieri esperti in indagini ambientali che avranno il compito di capire cosa sta accadendo in Campania negli ultimi mesi”

Ci sono stati 300 incendi a impianti di rifiuti negli ultimi 3 anni in tutto il Paese. In Campania uno al mese. E si tratta di roghi che incidono sulla salute del territorio e la vita dei cittadini.

Il Ministro Costa ha annunciato una dura reazione dello Stato ma ha chiesto anche un intervento della Regione per evitare una nuova emergenza: dall’estate ad oggi, infatti, il rogo di rifiuti allo stir di Santa Maria Capua Vetere è solo l’ultimo di una lunga lista di incendi che si sono verificati in Campania a impianti di Marcianise, Pastorano, Caivano, San Vitaliano, Battipaglia e Casalduni.

Ci sono siti particolarmente esposti, devono essere presidiati in modo ulteriore perchè gestione e presidio –  ha sottolineato ancora Costa – possono risolvere il problema“. Il titolare dell’Ambiente fa il punto anche sulla legge Terre dei Fuochi che interesserà tutta l’Italia e a cui il ministero sta lavorando. “Ci vogliono i tempi tecnici per l’approvazione – ha detto– ma parliamo di una legge attesa da tutto l’arco parlamentare. Incontrerò tutti i capigruppo dei vari partiti perchè nella tutela del territorio e della salute dei cittadini non esistono colori o steccati. Chiederò a tutti di darmi una mano per velocizzare l’iter della legge”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il vicepremier Luigi di Maio che in diretta Facebook ha commentato il rogo di rifiuti di Santa Maria Capua Vetere: “Il fenomeno della Terra dei Fuochi- ha evidenziato Di Maio- sta cambiando. Prima c’erano incendi singoli o sporadici; ora sono organizzati nei depositi di rifiuti. Non oso immaginare cosa portano dentro gli impianti prima di incendiarli. Mi accuseranno di complottismo ma noi queste dinamiche le conosciamo bene“.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “E’ il sesto capannone che accumula rifiuti ad andare in fiamme. Un rogo o due possono capitare, sei no. C’e’ una regia delinquenziale dietro questi incendi, l’autocombustione non esiste”. Contro “questi fenomeni delinquenziali” la Regione si impegnerà “a fare controlli a tappeto e un’indagine seria. Ci sono interessi di gruppi di potere o di delinquenti che vogliono tenere la situazione dei rifiuti cosi’ come è. Se resta l’emergenza eterna – sottolinea il presidente della giunta – c’e’ chi si arricchisce. Ma questa situazione sara’ cancellata“.

Una situazione allarmante, preoccupante. Sugli atti di terrorismo ambientale intervengono le associazioni.

Un quadro inquietante, una situazione di dimensioni allarmanti. C’è tanta puzza di bruciato dietro l’escalation di incendi sospetti che da prima dell’estate stanno colpendo impianti di gestione e stoccaggio dei rifiuti in Campania. È evidente che qualcosa non torna. E’ chiaro che le misure di prevenzione e di controllo messe in campo finora sono state insufficienti ed è necessario un sforzo maggiore ed ulteriore da parte dello Stato centrale. Sforzo maggiore che passi anche da un serio monitoraggio dei sistemi antincendio degli impianti, “dovuti” per legge a piè di impianto, che ad oggi in nessun luogo si sono mostrati adeguati per il contenimento delle fiamme”. Lo ha detto  in una nota Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania.

E non finisce qui.  L’Arpac, Agenzia regionale per la Protezione Ambientale in Campania analizzando i dati delle centraline ha rilevato un  incremento di polveri sottili nell’aria nell’immediatezza dell’incendio divampato ieri a Santa Maria Capua Vetere

                                                                                                  Ciro Crescentini

 

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest