Rischio sismico, la richiesta del sindacato: “Fascicolo del fabbricato nel decreto”

La Fillea Cgil  ha suggerito tra le innovazioni che potranno velocizzare il processo: la completa digitalizzazione degli archivi dei catasti, da mettere a disposizione dei professionisti abilitati, e la condivisione in rete delle certificazioni energetiche già diffuse

“Chiediamo di introdurre nel decreto sulla classificazione del rischio sismico l’adozione obbligatoria del fascicolo del fabbricato”. La proposta, attraverso la sottoscrizione di un documento, è stata presentata dalla Fillea Cgil, l’organizzazione sindacale dei lavoratori edili, Confederazione sindacale delle professioni tecniche, la Federazione Nazionale Geometri e geometri Laureati, l’Istituto nazionale di Architettura, l’Associazione nazionale archeologi e la Confederazione Italiana Archeologi. Il fascicolo del fabbricato viene considerato uno strumento fondamentale per rendere efficaci tutti quei meccanismi premiali (incentivi, cessioni di crediti) per la messa in sicurezza e per la sostenibilità del patrimonio edilizio. Il fascicolo del fabbricato, una volta a regime, dovrà contenere: la condizione sismica e strutturale dell’edificio e dell’unità abitativa, secondo una classificazione omogenea a livello nazionale, la classe energetica ovvero impianti e consumi e la classe dell’esposizione al rumore (salubrità in senso generale). La Fillea Cgil ha chiesto che le certificazioni sismiche partano da verifiche concrete e tecniche dell’edificio, attraverso l’impiego di professionisti qualificati con competenze specifiche.

 

 

L’organizzazione sindacale dei lavoratori delle costruzioni ha suggerito tra le innovazioni che potranno velocizzare il processo: la completa digitalizzazione degli archivi dei catasti, da mettere a disposizione dei professionisti abilitati, e la condivisione in rete delle certificazioni energetiche già diffuse. In questo modo sarà più semplice definire la versione elettronica del fascicolo che potrà rendere accessibile a tutti gli attori del processo la consultazione. Le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei professionisti propongono di dividere il fascicolo in una parte generale (se l’unità abitativa fa parte di un condominio o strutture con più di 4 unità abitative) e una parte specifica (per la singola unità) e di differenziare il documento tra edifici storici e edifici moderni, richiedendo classificazioni, attestazioni e analisi a professionisti diversi (ad esempio utilizzando gli archeologi per gli edifici ricadenti in contesti di particolare pregio). Il fascicolo, inoltre, dovrà prevedere costi contenuti o nulli per i cittadini, al netto di adeguati oneri per professionisti e per l’archiviazione amministrativa. Le eventuali spese per la certificazione sismica potrebbero essere agevolate fiscalmente, equiparandole a tutte le altre spese fiscalmente agevolate. Tra le proposte di medio periodo il sindacato e i professionisti puntano anche a introdurre, con gradualità, l’obbligatorietà delle manutenzioni programmate (una sorta di “revisione obbligatoria” come per i veicoli a motore). Suggeriscono di prevedere un adeguamento ordinario ogni 20 anni, come accade in diversi Paesi Europei. In questo modo ogni intervento significativo sullo status energetico, sismico o del rumore, potrà prevedere un aggiornamento del fascicolo di fabbricato.

Ciro Crescentini

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest