Reddito di cittadinanza e quota 100, ok al decreto

Il testo integrale del provvedimento, le misure e le sanzioni previste

Reddito di cittadinanza e quota 100, il governo approva il “decretone” (in allegato). Dal consiglio dei ministri arriva il via libera alle due riforme più importanti per Lega e M5s. Il premier Conte la definisce una “tappa fondamentale per questa esperienza di governo, sono due misure che non rispondono a estemporanee promesse elettorale ma costituiscono un progetto di politica economica sociale di cui questo governo va fiero”. Dalle parole ai fatti – dichiara il vicepremier Salvini-. Abbiamo stanziato soldi veri, ovvero 22 miliardi di euro“. E l’altro vicepremier Di Maio risponde agli scettici: “Le coperture c’erano”. Per il 2019, ci sono 7 miliardi al reddito di cittadinanza e 4 a quota 100.

 

REDDITO E PENSIONI DI CITTADINANZA. Il sito per il reddito di cittadinanza sarà online a febbraio, da marzo si potranno presentare le domande. L’erogazione partirà da fine aprile. Una persona sola può percepire fino a 780 euro al mese, una famiglia con 2 adulti e 2 minorenni fino a 1180 euro. E c’è il capitolo delle offerte di lavoro. “Non converrà rifiutare la prima domanda – spiega Di Maio-, perché dalla seconda l’offerta è più lontana, e la terza è in tutta Italia”. Chi è già formato dovrà sottoscrivere un contratto denominato Patto per il lavoro. In caso contrario, c’è il  Patto per la formazione. E se si è impossibilitati alle prime due opzioni, allora si firma il Patto per l’inclusione sociale, per fare otto ore di lavori sociali a settimana. Sempre di obblighi si tratta. “Tutti coloro che non sottoscrivono il patto – avverte il vicepremier del M5s -, che non partecipano alle formazioni o che rifiutano le offerte di lavoro, decadono dal progetto del reddito. Ma chi entra nel piano, avrà un faro ulteriore su di sé e dovrà dare spiegazioni. Anche se io credo che la stragrande maggioranza di coloro che sono in difficoltà sono persone oneste”. Inoltre “sono previsti – aggiunge Di Maio – incentivi per le imprese che assumono i beneficiari del reddito di cittadinanza. Un’impresa che assume chi prende il reddito di cittadinanza arriva fino a 18 mesi di sgravi fiscali. Se chi prende il reddito decide di aprire un’azienda riconosciamo fino a 16 mesi di assegno per avviarla. Perché questa misura serve anche a stimolare l’autoimpiego e ad abbassare il costo del lavoro, su cui c’è tanto da fare”.

Il decreto include le “pensioni di cittadinanza”: 780 euro se il pensionato vive da solo; per un nucleo fino a 1032 euro. Programmata anche una “integrazione” per 255mila nuclei familiari con persone con disabilità.

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