Quando un operaio muore

 Altri due morti sul lavoro a Crotone. Dall’inizio dell’anno aumento del 50 per cento di infortuni mortali nei cantieri edili rispetto al 2017 

Altri morti sul lavoro. Drammatico incidente sul lavoro a Crotone: due operai sono morti ed un terzo risulta gravemente ferito. L’incidente è avvenuto nel cantiere dei lavori di ampliamento del lungomare sulla strada per Capo Colonna. I tre operai stavano lavorando nei pressi di un muro di contenimento che è improvvisamente crollato seppellendoli sotto tonnellate di cemento. I tre operai lavoravano per conto di una impresa edile appaltatrice del  Comune di Crotone dei lavori di prolungamento del lungomare cittadino i che prevedono l’allargamento della carreggiata.

“Dall’inizio dell’anno abbiamo un aumento del 50% di infortuni mortali in cantieri edili rispetto al 2017. E’ amaro e carico di rabbia il commento di Alessandro Genovesi(nella foto in basso), segretario generale della Fillea Cgil, gli edili di Corso d’Italia, dopo la tragedia di stamattina a Crotone in un cantiere edile. “Ancora sappiamo poco sulla modalità dell’incidente e di eventuali responsabilità dell’azienda – spiega Genovesi – Di certo, negli anni della crisi le aziende meno strutturate hanno puntato a risparmiare su sicurezza sul lavoro, formazione e sicurezza nei cantieri. Ripeto: ancora non sappiamo se questo è il caso, ma se lo fosse la Fillea come sempre si costituirà parte civile”. “Sono stufo: c’è tanta rabbia e impotenza, un morto sul lavoro -continua- è sempre una sconfitta per tutti, imprese e sindacati. Oggi ne parleremo con Cisl e Uil in una segreteria allargata e già convocata per altri motivi e vedremo cosa fare”.

 

Diminuiscono i diritti, peggiorano le condizioni lavorative e inevitabilmente aumentano gli infortuni sul lavoro.Una situazione che si aggrava giorno dopo giorno e che ancora non ottiene la giusta attenzione dal Governo né sul fronte di un efficace programma di diffusione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, né dal punto di vista dei controlli e delle sanzioni contro gli ‘evasori’ della sicurezza”. La morte di un lavoratore produce effetti devastanti per la famiglia perché viene a mancare il salario, importante strumento di sostegno. La sicurezza, la salute sui posti lavoro continuano ad essere considerati optional, appendici. Il governo, le istituzioni regionali e locali, dovrebbero affrontare con maggiori impegni e sensibilità la questione, cambiare il sistema di produrre e di lavorare e rispettare le persone.

Cosa succede quando un operaio muore per infortunio sul lavoro? Che ruolo svolgono le istituzioni? Gli esponenti delle istituzioni rilasciano dichiarazioni alla stampa, inviano telegrammi  di condoglianze. Poi scompaiono.  E le famiglie superstiti rimangono sole, finiscono sul lastrico, non vengono sostenute adeguatamente dallo Stato. Beneficiano solo di un contributo una tantum dall’Inail(circa mille euro). Le leggi vigenti che tutelano i superstiti non vengono rispettate. Le norme che prevedono le assunzioni obbligatorie delle vedove o dei figli dei lavoratori morti sul lavoro sono totalmente disattese. Tutte le pubbliche amministrazioni, la giunta regionale,  le aziende partecipate e controllate, non hanno mai attuato il comma 123 dell’articolo 3 della legge finanziaria 2008 che prevede “l’estensione al diritto al collocamento obbligatorie figli e al coniuge superstiti dei lavoratori deceduti a seguito di infortunio sul lavoro o che siano morti a causa dell’aggravarsi delle mutilazioni e infermità”. Le aziende partecipate comunali, provinciali e regionali hanno totalmente ignorato la legge.  Sull’applicazione della legge, dovrebbero vigilare gli organismi di vigilanza in primis l’ispettorato del lavoro.

                                                                                                                                   Ciro Crescentini

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest