Nei prossimi giorni potrebbe nascere la coalizione dei non allineati per l’attuazione della Costituzione e la promozione di un programma di giustizia sociale
Potrebbe nascere una coalizione alternativa contro la guerra per un governo di emergenza popolare, l’attuazione della Costituzione, la promozione di un programma per la giustizia sociale, l’abolizione del jobs act e del green pass. Una coalizione guidata da Giuseppe Conte, Luigi de Magistris, Alessandro di Battista, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, Alternativa, Rifondazione Comunista, Manifesta, Carc, reti sociali, sindacalismo di base. Una coalizione dei non allineati. Ci si immagina un movimento popolare alla Mélenchon che rifiuti nettamente l’agenda Draghi.
Un primo segnale è arrivato dalla direzione di Rifondazione ha lanciato un appello mettendo “a disposizione tutte le sue energie militanti” ritenendo fondamentale proseguire col progetto vero l’Unione Popolare avviato il 9 luglio con Luigi De Magistris, le parlamentari di Manifesta e Potere al Popolo e aprirlo al dialogo con tutte le forze alternative al sistema delle due destre: quella postfascista e quella draghiana”.
Nelle prossime ore, secondo fonti bene informate, Giuseppe Conte potrebbe aprire il confronto con l’ex sindaco di Napoli provando a trovare dei punti di convergenza a partire dalla lotta alle disuguaglianze, pacifismo, onestà, beni comuni e acqua pubblica. Un’intesa che sarebbe vista con entusiasmo da Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, il direttore de “Il Fatto Quotidiano” Marco Travaglio, il giornalista indipendente Michele Santoro. L’ex primo cittadino partenopeo sarebbe disponibile ad aprire il dialogo.
Il confronto già si è aperto sui social. “Si dovrebbe puntare a un accordo tecnico tra la sinistra di alternativa e i Cinque Stelle per sommare i rispettivi voti sul 30% della rappresentanza (costituito appunto dai collegi uninominali a maggioritario secco), concordando candidature uniche in questi collegi – sottolinea Rino Malinconico militante della sinistra radicale – Al tempo stesso, entrambi i soggetti manterrebbero l’autonomia politica con le rispettive liste sulle circoscrizioni del proporzionale (l’altro 70% della rappresentanza), le quali veicolerebbero le loro peculiari proposte e i loro distinti contenuti politici e culturali, concordando, per il resto, solo su taluni necessari punti programmatici, quelli sui quali non ritengo impossibile la sintonia, a partire dal tema della pace e dal sostegno ai salari e alle fasce povere della popolazione“.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Raffaele Di Francia, attivista demA: “risulta indispensabile costruire un accordo elettorale con il movimento 5 stelle e altre aggregazioni politiche, almeno per superare gli sbarramenti elettorali e i dispositivi del maggioritario che regolano le elezioni nei collegi elettorali. Senza questo accordo si andrebbe incontro ad una ennesima e definitiva sconfitta elettorale“. Dunque, l’ipotesi di coalizione viene valutata con interesse e senza pregiudizi. “Se torna Di Battista e arriva De Magistris, Conte può essere il nuovo Mélenchon” – afferma un militante di un sindacato di base.
Nei prossimi giorni sono previsti gli incontri che contano.
Ciro Crescentini