Napoli, senzatetto ferito dalle pallottole sparate da un agente della polizia municipale

Sette i colpi sparati, il vigile è stato ferito alla testa da una spranga. E non è mancato un tentativo di linciaggio nei confronti del senza fissa dimora

Ancora da accertare la dinamica dell’accaduto che a Napoli vede ferito un agente della municipale colpito alla testa con una spranga da un senza fissa dimora di origine africana che si trovava sotto il porticato a ridosso del Duomo, vicino all’ingresso del Museo di San Gennaro.

Il vigile, secondo una prima ricostruzione, dopo l’aggressione avrebbe quindi sparato sette colpi di pistola ferendo il clochard alla gamba.

La Polizia di Stato è intervenuta per bloccare un tentativo di linciaggio ai danni del senza fissa dimora,
qualcuno tra la folla ha cercato di colpirlo con calci mentre alcune donne hanno applaudito all’intervento.

Sarebbe il caso, però, che si indagasse sulla vicenda per verificare le cause che hanno determinato il gravissimo episodio.

Così come sarebbero necessarie azioni di responsabilizzazione. Qualche settimana fa, agenti motociclisti della polizia municipale spararono decine di colpi in pieno giorno tra Mergellina e Fuorigrotta durante un inseguimento davanti a decine di passanti . La Città non ha bisogno di sceriffi con il grilletto facile ma di tutori dell’ordine che svolgono il loro mestiere con razionalità e senso di responsabilità. Così come sarebbe necessario un serio programma comunale di interventi in favore dei senza fissa dimora e dei migranti. I problemi sociali non possono trasformarsi in problemi di ordine pubblico. E il Comune di Napoli dovrebbe attivare azioni conseguenti.

Come risponde l’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo? Con la sperimentazione della pistola elettrica. L’Amministrazione comunale – ha spiegato l’assessore De Iesu sta accelerando le procedure per la sperimentazione della pistola ad impulsi elettrici, che offrirà alla Polizia municipale uno strumento più efficace per affrontare soggetti violenti e aggressivi, evitando l’uso di armi da fuoco”.

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Gaetano Manfredi. “È un episodio molto grave, andrò a far visita a breve al nostro agente in ospedale”Non conosco i dettagli – ha spiegato – ma da quanto mi hanno riferito c’è stata un’aggressione molto violenta con una spranga di ferro che ha ferito in maniera significativa il nostro agente. Il senza fissa dimora stava continuando nell’aggressione e lui si è difeso, è quindi una difesa legittima. Noi dobbiamo tutelare i nostri uomini delle forze dell’ordine e della polizia municipale che più di una volta sono stati aggrediti nell’esercizio delle loro funzioni”.


Il sindaco ha poi aggiunto: “Abbiamo una situazione di difficoltà nella gestione di alcuni senza fissa dimora che hanno problemi di tipo psichiatrico e di dipendenza. È un tema che va affrontato anche con una struttura sanitaria differente e va affrontato a livello nazionale. Ci sono alcuni senza fissa dimora che rifiutano di poter essere aiutati o ospitati nelle strutture comunali perché hanno problemi sanitari e noi dobbiamo garantire la sicurezza loro e l’incolumità dei cittadini. Ne ho parlato con il prefetto, bisogna agire in maniera incisiva per fare in modo che questi episodi non si verifichino più. Servono strumenti più incisivi, oggi non ci sono strumenti per convincere queste persone, in un certo senso, ad essere curate”.

Articolato il commento di Luca Trapanese, assessore comunale alle politiche sociali.  “Sono addolorato e preoccupato per quanto accaduto. Viviamo una reale emergenza che stiamo affrontando con i mezzi a disposizione. La gestione del tema senza dimora è complessa perché richiede interventi di vario tipo: servono al più presto misure nazionali di contrasto alla povertà e poi il sistema sanitario deve essere messo nelle condizioni di dare il necessario supporto –sottolinea Trapanese – Chi finisce per strada perde la sua identità -amicizie, oggetti personali, abitudini, libertà di movimento, relazione con la città – e quindi l’episodio di oggi è il risultato della mancata presa in carico negli anni delle persone fragili con problemi di dipendenze e mentali. Non ci sono vittime e colpevoli ma una sola certezza: è necessario costruire una rete che dia risposte personalizzate che non si risolvono in un posto letto in un dormitorio. In tutta la città, a macchia di leopardo, stiamo predisponendo microstrutture, piccole comunità capaci di accogliere le persone con i loro singoli problemi, per la gran parte di natura psichica e di dipendenze – ha concluso Trapanese – Questo è quello a cui stiamo lavorando, con le unità di strada diffuse sul territorio e coordinate da una centrale operativa e con l’inserimento di uno psichiatra nel team”.

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