Napoli, lo “sciopero a rovescio” dei disoccupati: ripulita spiaggetta del Castel dell’Ovo

Una forma di lotta  che nacque tra i contadini negli anni ’50  e si estese  nei centri urbani

Un gruppo di disoccupati appartenenti al Movimento “7 Novembre” ha ripulito stamattina la spiaggetta adiacente al Castel dell’Ovo di Napoli, piena di rifiuti abbandonati da mesi. “Una iniziativa simbolica – spiegano in una nota i disoccupati- per segnalare i tanti lavori utili e necessari alla città ed ai nostri territori.  Un segnale simbolico per denunciare i tanti lavori utili e necessari alla città ed ai nostri territori. “Mentre si trovano centinaia di milioni di euro per grandi eventi inutili e speculativi che poco lasciano al territorio (vedi Universiadi), dove si sfrutta manodopera a basso costo fatta passare per esperienza da aggiungere ai curriculum e si inquina il Porto di Napoli non si trovano risposte concrete per un lavoro, salario o reddito ai tanti disoccupati della città – conclude la nota- Aspettiamo ancora dalle Istituzioni locali il rispetto degli impegni assunti per sbloccare bandi per progetti di pubblica utilità più volte posti nei tavoli di discussione e le altre proposte che potrebbero da subito garantire l’inserimento al lavoro“.

Lo sciopero a rovescio è praticamente il rovescio dello sciopero. Si ha sciopero quando i lavoratori, per protestare o per rivendicare, si riappropriano della forza di lavoro, del tempo di lavoro che sono tenuti a prestare; si ha sciopero a rovescio quando i lavoratori, ancora per protestare o per rivendicare, prestano il lavoro senza esservi impegnati, senza esserne retribuiti. Una forma di lotta  che nacque tra i contadini negli anni ’50  e si estese  nei centri urbani. Consisteva  nel cominciare a costruire un’opera per poi chiedere il pagamento del lavoro effettuato, o meglio ottenere che l’opera venisse finanziata o appaltata per consentire l’assunzione dei disoccupati.

                                                                                                         Ciro Crescentini

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