Napoli, le lotte dei disoccupati criminalizzate dallo stato di emergenza

Nelle ultime ore decine di provvedimenti e multe sono stati notificati ai senza lavoro. Il governo giallo-fucsia sceglie la via delle repressione

Lo stato di emergenza puntualmente si riflette sui diritti collettivi e costituzionali. Nelle ultime ore decine di provvedimenti giudiziari e di multe pesantissime sono stati notificati ai disoccupati napoletani del “movimento 7 Novembre” che hanno promosso iniziative di lotta nei mesi passati per rivendicare il lavoro, un diritto sancito dalla Costituzione. Le lotte puntualmente criminalizzate, trasformate in problemi di ordine pubblico. I senza lavoro diventati vittime delle vigenti normative di legge approvate in nome della logica dell’emergenza sanitaria e del cosiddetto “distanziamento sociale” . Norme che fanno emergere uno Stato minaccioso che considera i cittadini “sospettati permanente” affidando alla  polizia  un potere discrezionale abnorme nello stabilire  i confini tra legalità e violazione della norma. Il governo giallo-fucsia sceglie la via della repressione per impedire qualsiasi forma di protesta sociale, che potrebbe diventare pane quotidiano nell’Italia dello “stato di emergenza permanente”

Eloquente una nota diffusa dal Movimento dei senza lavoro: “denunce, procedimenti, fermi e multe non fermeranno la nostra lotta per un salario ed un lavoro perché lavoro o non lavoro dobbiamo campare: continueremo fino a convocazione del tavolo interistituzionale e fino a risposte concrete per far partire progetti sperimentali utili alla comunità, ai territori, alla città che possano garantire un salario dignitoso – spiegano i disoccupati del Movimento 7 Novembre –  denunciamo noi i bandi farsa di istituzioni locali così come la vera responsabilità dei problemi di ordine pubblico: tutta nelle mani del Governo, della Regione e del Comune – continua la nota –  La crisi sanitaria ed economica esiste e come, ma non è la nostra crisi, è la crisi di un sistema economico capitalistico, di un regime politico borghese che mette al centro i profitti e non le nostre vite: la loro crisi non la paghiamo, la paghino i padroni”. Il movimento annuncia una manifestazione per  Sabato alle 16 a  Piazza dei Martiri, davanti alla sede di Confindustria il cui Presidente sostiene che ci sono “troppi sussidi per i poveri” attaccando la già elemosina di Stato del Reddito di Cittadinanza quando il 25% delle imprese ha rubato miliardi di euro di Cassa Integrazione”. “Per limitare i danni del covid-19 non basta limitare le libertà personali e collettive, non serve riempire le città di sbirri e fare multe salate, servono risorse per gli ospedali, servono tamponi gratuiti e accessibili a tutti e tutte, servono più mezzi di trasporto pubblici in maniera che sia praticamente possibile mantenere le distanze, servono vere risorse di emergenza per chi ha perso il lavoro e abitazioni decenti in cui vivere – conclude la nota –  Tutto questo non ce lo danno, parlano di licenziamenti di massa e incentivi di miliardi per le aziende, perché lo stato si occupa dei padroni e non dei lavoratori e disoccupati”.

CiCre

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