Napoli, ‘debito ingiusto’: Pd e destra in piazza contro de Magistris

Il sindaco su Facebook: “la nostra autonomia, la nostra dignità, il nostro orgoglio, non sono in vendita”

Partito democratico, Lega,  centro destra, associazioni civiche hanno deciso di promuovere per Sabato 14 aprile un “presidio di controinformazione” ritenendo strumentale la manifestazione promossa dal sindaco Luigi de Magistris contro la sanzione di circa 150 milioni di euro comminata dalla Corte dei Conti(cosiddetto debito ingiusto). Prevista la partecipazione di parlamentari, consiglieri comunali e regionali. Il Movimento 5 Stelle, invece, pur svolgendo un ruolo di opposizione in consiglio comunale, ha deciso di prendere le distanze dalla manifestazione. “Per Napoli, contro il debito triplicato dal sindaco de Magistris” è il titolo dell’evento che si terrà alle 10,30 in piazza Trieste e Trento. Tra i promotori della manifestazione anche Umberto De Gregorio, attuale presidente dell’Eav, esponente del partito democratico molto vicino al governatore Vincenzo De Luca.  “Sono a favore di una legge speciale per Napoli. Ma i debiti ingiusti non esistono, le sentenze si rispettano. Si apra un tavolo istituzionale ma non con questo Sindaco, che ha dilatato il debito, triplicato il disavanzo, distrutto le società partecipate, attacca le istituzioni , non rispetta le leggi” – ha sottolineato De Gregorio.

Sulla vicenda “debito ingiusto”, Manfredi Nappi, avvocato amministrativista e assessore alla I municipalità ha diffuso una nota molto articolata contestando punto per punto le posizioni, la linea assunta dall’amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo. Una lettera che il Desk pubblica integralmente:

Da cittadino informato, prima che da assessore della Municipalità in cui risiedo, mi preme chiarire ai lettori come stanno effettivamente le cose.

1) La sanzione prevista dalla legge non scatta per l’esistenza dei debiti (anziani o meno), ma per l’artificio contabile con cui l’amministrazione comunale di Napoli ne ha omesso il riconoscimento in bilancio, per tal via aumentando illegittimamente la propria capacità di spesa. Inutile precisare che a pagare saranno i napoletani con l’ulteriore riduzione dei servizi comunali già insufficienti;

2) La Corte dei Conti ha accertato l’omesso riconoscimento di debiti per 265 milioni di cui “solo” 80 sono riconducibili al contenzioso con il consorzio C.R. 8. Degli altri 165 cosa ci dice il Sindaco?;

3) Il debito nei confronti del Consorzio “C.R. 8” non nasce nel 1981: in realtà il contenzioso inizia nel 2004 quando il Consorzio avvia un procedimento arbitrale dopo avere realizzato centinaia di appartamenti, scuole, strade e fognature, trasferite al Comune  insieme alle risorse finanziarie del Commissariato di Governo (esso si, istituito nel 1981, con la legge n.219) come da decreto ministeriale del 4 novembre 1994. L’anno successivo (2005), diviene esecutiva la decisione con cui il Collegio arbitrale accerta la responsabilità del Comune per il ritardo nei collaudi e nell’erogazione delle risorse finanziarie e quindi i danni subiti dal Consorzio. Dopo un ping pong  tra Corte di Appello (che accogliendo il ricorso del Comune annullava la decisione per un vizio procedurale) e la Corte di Cassazione (che invece, in adesione alla tesi del Consorzio, annullava la decisione di Appello) nel 2014, cioè quando De Magistris era già Sindaco da circa tre anni, il Comune di Napoli ha dato nuovamente impulso al giudizio presso la Corte d’Appello di Napoli che si è concluso con la sentenza del gennaio 2016 in senso favorevole al Consorzio. Di qui il successivo pignoramento oramai noto a tutti.

4) Appare infantile la tesi secondo cui i debiti antichi non andrebbero onorati perché non riferibili all’attuale gestione. Assecondando questo ragionamento, a qualunque imprenditore basterebbe cambiare l’amministratore della propria società per ignorare i creditori.

5) Si evince dalle deliberazioni della Giunta Comunale e dalla relazione del Collegio dei Revisori dei Conti ad esse riferita, che il Comune di Napoli ha già avviato un’azione di giurisdizionale per rivalersi nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri ritenendo lo Stato responsabile del debito nei confronti del Consorzio. Quindi sotto il profilo sostanziale e processuale il Comune ha immediatamente riconosciuto un debito nei confronti del Consorzio (presupposto per l’azione nei confronti dello Stato), sotto il profilo contabile ne ha omesso il riconoscimento alterando per la relativa parte il saldo del 2016.

6) Nel minacciare la “movimentazione popolare più grande del dopoguerra”  per rimuovere gli effetti della sentenza del 2016 e per rendere inutile l’azione giurisdizionale promossa nei confronti del Governo, il Sindaco preferisce utilizzare il consenso popolare e non gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico. In questi termini, oltre a registrare il superamento dello stato di diritto da parte del  sindaco della terza città d’Italia (dato preoccupante), varrebbe la pena chiedere al primo cittadino cosa succederebbe se le migliaia di creditori del Comune di Napoli si comportassero allo stesso modo nei suoi confronti.

 MIlitanti “rosso-arancioni” impegnati per la manifestazione di Sabato in piazza Municipio, mentre il sindaco Luigi de Magistris interviene con un post su facebook

Militanti dei centri sociali, delle associazioni, assessori e consiglieri comunali sono impegnati per la riuscita positiva della manifestazione di sostegno per il sindaco e la sua giunta. Organizzati incontri sui territori, volantinaggi, assemblee di quartiere. Ieri mattina, per esempio, è stato notato l’assessore al bilancio e al lavoro, Enrico Panini,  in prima fila nel distribuire volantini in via Toledo. Tutto il movimento “rosso-arancione” è impegnato per la riuscita della manifestazione di Sabato. Massiccia la propaganda mediatica accompagnata da iniziative “porta a porta”.

Il sindaco de Magistris, puntualmente come ogni lunedì ha pubblicato un post su Facebook:

Da Napoli è partita la prima grande mobilitazione nazionale sul debito ingiusto che non potrà che essere condivisa da altri Comuni e territori. Sarà il popolo napoletano a dimostrare che la nostra autonomia, la nostra dignità, il nostro orgoglio, non sono in vendita – scrive de Magistris – Il nostro bene comune è legato alle nostre vite. Lottiamo per conquistare i nostri diritti. Napoli non si vende e non l’avrete mai. La nostra sofferenza, la nostra indignazione, la nostra energia, la nostra forza, la nostra passione rimuoveranno tutti gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento del risultato. E’ una battaglia per i bisogni, per i diritti – continua il sindaco –  E’ una lotta giusta per evitare tragedie sociali ed ingiustizie profonde. E’ cominciato il contrattacco finale ed il risultato non potrà essere la sconfitta, ma nemmeno il pareggio: ci arresteremo solo quando avremo vinto. Partecipa anche Tu, partecipate anche Voi alla conquista dei nostri diritti, alla vittoria finale. Con un grande NOI capiranno che sono finite per sempre le stagioni in cui Napoli ed i napoletani si potevano tenere al guinzaglio. Napoli è libera e va liberata da queste gabbie per una condanna che non ci appartiene, la Città è la vittima, non la responsabile – conclude de Magistris – No al debito con cui ci volete seppellire. La nostra voglia di libertà, la nostra sete di giustizia, la nostra gioia di vita seppelliranno il vostro debito“.

                                                                                                                           Ciro Crescentini

                                                                                                                     

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