Napoli, 4 operai rischiano la vita in un cantiere appaltato dal Comune

Il crollo nella Basilica San Paolo Maggiore, lavori progetto Unesco. La magistratura ha aperto un’inchiesta. Duro intervento della Cgil edili.  Dubbi e perplessità sui controlli preventivi per la  sicurezza

Quattro operai edili hanno rischiato di morire a Napoli in un cantiere pubblico, lavori appaltati dal Comune di Napoli. Lavori per il restauro della basilica di San Paolo Maggiore, in piazza San Gaetano. Lavori finanziati con fondi comunitari nell’ambito del Grande Progetto Unesco. Gli operai hanno rischiato la vita travolti dal crollo delle parti murarie e dei ponteggi. Ora sono ricoverati all’Ospedale Cardarelli. Versano in gravi condizioni ma sono tutti vivi. Antimo Verde, 45 anni, di Castellammare di Stabia, ha una prognosi di 30 giorni per diversi traumi, e Giuseppe Pensaveccia, 33 anni, di Arzano,  ha riportato un trauma cranico ed è in prognosi riservata, ma non risulta in pericolo di vita. “Il crollo è avvenuto questa mattina alle 9 coinvolge di soltanto l’interno della struttura, senza intaccare le facciate esterne. L’area interessata al cedimento è stata sequestrata dalla magistratura. I lavori al complesso di San Paolo sono iniziati nel mese di luglio, per una durata prevista di un anno. Gli interventi mirano sia al restauro del sito che al suo potenziamento attraverso l’allestimento di un museo dell’opera e di una pinacoteca, la sistemazione del chiostro, della sala auditorium e di spazi di accoglienza e promozione didattica. L’importo complessivo dei lavori è di 3 milioni di euro. Il Grande Progetto Unesco è stato finanziato totalmente con fondi POR 2007-2013. In totale, 100 milioni di euro (per il 75% fondi europei; per il 25% nazionali).Il Grande Progetto, partendo dalla riqualificazione dell’area di porta Capuana, interessa l’asse stradale che va da via dei Tribunali fino a Port’Alba, coinvolgendo anche le zone comprese fra via Purgatorio ad Arco e vico Giganti e l’intera area dell’antica agorà.

L’ente appaltante dei lavori è il Comune di Napoli. Ci chiediamo quali regole sono state rispettate in questo cantiere finanziato con i soldi pubblici? Quali controlli preventivi sono stati effettuati dall’assessorato comunale commettente, dal direttore dei lavori(nominato dal Comune) in merito alla sicurezza, alla prevenzione e alla sorveglianza sanitaria? È stato attuato il piano per la sicurezza? Quali  sono documenti prodotti sulla valutazione dei rischi? quale programma è stato stilato al fine dei miglioramenti sulla sicurezza dei lavoratori? quale sia stata la formazione dei lavoratori?
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha annunciati l’attivazione di un monitoraggio. Andrebbe, invece, aperta una seria inchiesta interna.

Sulla vicenda sono scese in campo le organizzazioni sindacali dei lavoratori edili. “I tanti ricorrerebbero all’ avvenuto miracolo se non ci sono stati i morti nel crollo del muro perimetrale del complesso di San Paolo Maggiore nel centro storico- ha sottolineato il segretario generale della Fillea Cgil Campania, Giovanni Sannino – La verità è che senza scomodare i Santi o il Padre Eterno siamo di fronte all’ennesimo allarme per come si è costretti a lavorare sui cantieri edili che continuano a mietere vittime in barba a qualsiasi norma da rispettare per garantire la sicurezza e ai controlli per evitare che questo avvenga. È del tutto evidente che occorre fare chiarezza e individuare le responsabilità di quanto accaduto- aggiunge il leader della Cgil edili – ma nulla è dato al caso, non sono certamente da addebitare alla pioggia. I sentimenti di vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie da parte della Fillea Cgil si associano ad una reiterata denuncia che riguarda la stazione appaltante, la committenza di questi lavori, che rientrano nel grande progetto unesco, e che richiamano le funzioni di controllo e di verifica della sicurezza che sono in capo all’amministrazione comunale e soprintendenza- Evidenzia Sannino – Dumping contrattuale e sicurezza precaria stanno caratterizzando i lavori previsti dal Grande Progetto. La Fillea Cgil due anni fa ha denunciato le condizioni di “illegalità contrattuale” dei lavori al Duomo di Napoli dove si è consentito di far applicare un contratto pirata in concorrenza sleale con il contratto nazionale dell’edilizia. È necessario avviare una severa e dettagliata ricognizione sulle condizioni di lavoro dei cantieri nel perimetro del centro storico di Napoli e approntare i conseguenti provvedimenti – conclude Sannino – Va applicato quanto previsto nel Protocollo d’Intesa recentemente sottoscritto da Cgil Cisl e Uil e Comune di Napoli specificamente sul tema della sicurezza e salute sui cantieri con avvalimento agli organismi paritetici del settore edile”

                                     Ciro Crescentini

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