Morti per tumori e speranza di vita, Napoli e Caserta maglie nere

Dati Istat, il perimetro della Terra dei fuochi fa registrare ancora il più alto tasso di decessi per malattie oncologiche. In Terra di lavoro o nel Napoletano un bambino che nasce oggi ha una prospettiva di vivere 3,4 anni meno di un coetaneo di Firenze

In Campania è ancora allarme tumori, ma anche speranza di vita. A stare peggio sono sempre le province di Napoli e Caserta, il perimetro della Terra dei fuochi. I dati Istat arrivano dal sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile. Ma i numeri della Campania indicano poco benessere, scarsa equità e quanto alla sostenibilità, meglio non parlarne, con l’emergenza ambientale mai del tutto debellata.
Riguardo ai principali indicatori di mortalità per causa, le province italiane dove è maggiore la mortalità per
tumori si trovano per lo più in Campania e in Sardegna: a Napoli, con 11,4 decessi per 10mila abitanti, si
registra il valore massimo (9 per 10mila la media Italia); seguono Caserta (11,0), Benevento (10,6), Sassari, Cagliari, Olbia-Tempio e Carbonia-Iglesias, con incidenze superiori ai 10 casi per 10mila abitanti, così come L’Aquila e Crotone. Un po’ meglio Salerno e Avellino (9,3). Tra il 2010 e il 2014 la mortalità per tumori, in Campania, scende dall’11,9 al 10,7. Ma il dato resta sempre il più alto d’Italia (media 9,0).

 

Nelle statistiche sulla speranza di vita alla nascita, il 2016 fa registrare una media italiana di 82,8, con una differenza di un anno tra Nord e Sud che “si amplifica fino a 3,4 anni tra la provincia di Caserta (80,7) e il territorio della città metropolitana di Firenze (84,1)”. Quello che vale per Terra di lavoro (78,3 i maschi e 83,2 le femmine), si può dire per Napoli, che ha identica speranza di vita, anche se distribuita in misura diversa tra i sessi (78,6 i maschi, 82,9 le femmine). La Campania resta così in fondo alla classifica, con 81,1 anni. (78,9 i maschi, 83,4 le femmine).

Condividi sui social network
  • gplus
  • pinterest