Arrestato anche il vice sindaco di Forza Italia e l’assessora alle opere pubbliche.Impegnati nell’operazione oltre 50 militari della guardia di finanza
Il sindaco leghista di Legnano, Gianbattista Fratus, è stato arrestato questa mattina dai finanzieri del comando provinciale di Milano. In queste ore, a quanto si apprende dalle fiamme gialle, sono in corso perquisizioni anche negli uffici del primo cittadino legnanese. In una nota, questa mattina, i finanzieri hanno fatto sapere che, su disposizione della Procura di Busto Arsizio, avevano dato seguito a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 soggetti, tra cui lo stesso Fratus, indagati a vario titolo per turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale.Tra gli arrestati il vice sindaco Maurizio Cozzi di Forza Italia e l’assessora alle opere pubbliche Chiara Lazzarini. Il sindaco del Carroccio e l’assessora Lazzarini si trovano agli arresti domiciliari, mentre il forzista Cozzi in carcere. Sono in tutto sette gli indagati nell’inchiesta bustocca.La nomina di “soggetti e amici e conoscenti, manovrabili e in futuro riconoscenti” attraverso “spregiudicate manipolazioni di procedure”: è quanto c’è alla base dell’indagine. “Le nomine principali delle società partecipate dal Comune di Legnano e le nomine stesse all’interno dell’amministrazione comunale sono state pilotate da soggetti sotto indagine”: ha detto il sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra. “Gli indagati avviavano selezioni personali, agganciavano i loro candidati, sostenevano dei colloqui e alla fine facevano in modo che i bandi venissero turbati in modo tale da ottenerne la nomina” nonostante “l’incompatibilità assoluta con l’incarico bandito”. Nel mirino dei pm è finito anche l’incarico in una società pubblica disposto dal sindaco Fratus a favore della figlia di un candidato alle amministrative del 2017 che era stato escluso già al primo turno. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe ricevuto da Fratus la promessa di un incarico in una società pubblica per la figlia in cambio del suo appoggio elettorale al ballottaggio. “La cosa più allarmante e disarmante è che gli indagati tutti hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è”: ha sottolineato il sostituto procuratore Calcaterra